L’ascolto attivo è “Conditio Sine Qua Non” per dialogare con il linguaggio dei fluidi! Ovviamente si sta parlando di ascolto tattile, non acustico come si potrebbe superficialmente credere. Esistono due tipi di ascolto tattile: ascolto passivo ed ascolto attivo.

Fabio Rizzo,  ci ha fornito il proprio punto di vista riguardo i due tipi di ascolto. Di seguito un approfondimento sul linguaggio dei fluidi e le differenze tra ascolto attivo e ascolto passivo.

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Linguaggio dei fluidi: ascolto attivo e passivo

Un’ascolto attivo si differenzia da un’ascolto passivo proprio per il tipo di attenzione che si introduce nel contatto.

Se si appoggia una mano su una parte del corpo in modo intenzionale a ricevere una risposta codificata (sapendo qual è il moto dei fluidi che animano il corpo), il corpo è in grado di potermi far riscontrare questo micro movimento. Si parla di micro motilità, non di mobilità.

La motilità è un movimento spontaneo e animato da questa pulsazione fluidica. Vado a contatto con la parte del corpo e sento se il corpo mi può far vedere questo dinamismo. Se non può farmelo vedere vuol dire che è in lesione. E questo è un ascolto attivo.

Se io, per contro, appoggio la mano a contatto con il corpo e aspetto una risposta indifferenziata cioè senza precisazione intenzionale di conoscere la eventuale libertà o meno del moto dei fluidi, al massimo potrò ricevere informazioni sulla pulsazione cardiaca o termica oppure respiratoria di quella zona , questo è un ascolto passivo.

In questo caso il corpo non mi può dare nessun tipo di informazione fluidica perché se “aspetto” introduco una “attesa” e quindi una rigidità.

Conclusioni

Saper differenziare l’ascolto attivo dall’ascolto passivo quando si interviene in Osteofluidica Cranio Sacrale e fondamentale!

Quando ci si trova per la prima volta davanti ad un organismo che ci mostra la sua ritrovata libertà respiratoria primaria, contemporaneamente ci ritroviamo immersi nell’apertura ad una realtà sensibile quasi impercettibile.

Disporre di uno strumento tattile per poter indagare la presenza o meno della motilità ritmica, in precisi siti di sofferenza corporale permette di intervenire con micromovimenti di rilancio e ripristino della dinamica respiratoria primaria.

Alcune lezioni del Master in Osteofluidica Cranio Sacrale (tenuto da Fabio Rizzo) si concentrano proprio su queste tecniche.

Vi invitiamo ad attendere fino a domani per la pubblicazione del video informativo sull’ascolto attivo e passivo, in cui troverete spiegazioni e dimostrazioni pratiche effettuate da Fabio Rizzo.

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