M.E.T. Myofascial Expert Touch®: liberati da stress e blocchi energetici

La riconquista della flessibilità adattativa dell’uomo inteso in senso totale, richiede ben  più che tecniche di allungamento casuali, rivolte ad aree specifiche. Occorre considerare implicazioni molto più vaste.
Lo stress è un insieme plurifattoriale  causato da vissuti personali che originano fin dall’infanzia, il vero primo trauma esistenziale può essere considerata la nascita ,infatti se si considera il vissuto del passaggio dalla fase acquatica a quella terrestre dalla fase di simbiosi con la madre alla successiva separazione, il passaggio da una fase anaerobica ad una aerobica con utilizzo per la prima volta dei polmoni, lo shock termico da una temperatura di 35-36 gradi del grembo materno a una ambientale di 23-24 di un ospedale già possiamo ben immaginare che questo giorno cosi “lieto” per tutti gli altri ,in realtà per noi molto “lieto” non sia. I fattori stressanti continuano a seconda delle difficoltà del parto: naturale oppure  eseguito con  taglio cesareo ed anestesia peridurale, sono stati necessari  ventose o forcipe? Podalico? con cordone ombelicale attorcigliato? In seguito saranno i modelli socio comportamentali educativi che ci verranno imposti a seconda se maschi o femmine a seconda della cultura della nazione in cui si nasce, regole familiari provenienti dalle consuetudini e dalle tradizioni, a cui ci uniformiamo da subito senza discussioni ,poi nel tempo stati emotivi di tristezza angosce lutti separazioni divorzi senza escludere i vari traumi fisici, incidenti di percorso, shock psicologici più o meno intensi  che impattano ed improntano la nostra sfera psicofisica nell’intero arco della nostra esistenza.

L’organismo  possiede tuttavia una “intelligenza corporale bio-logica” e tenta di dare una risposta specifica a salvaguardia delle proprie funzioni vitali a questi eventi perturbanti, creando “barriere di sicurezza fluidiche” dappertutto al fine di salvaguardare se stesso dalla possibilità di essere raggiunto dagli effetti paralizzanti che queste informazioni sono in grado di produrre su di lui. Questa modalità difensiva richiede un grande livello di energia biologica per essere mantenuta in efficienza, questo fa si che il miglior livello energetico di cui disponiamo venga parassitato da queste barriere di sicurezza  inducendo sul lungo periodo una diminuzione delle nostre  forze immunitarie e capacità adattative psicofisiche alle diverse situazioni che si affacciano sul palcoscenico della nostra esistenza.
Venendo meno la disponibilità delle nostre migliori possibilità di scelta, a seconda del caso siamo costretti a comportamenti compulsivi o reattivi  generatori delle relative conseguenze.
E’  la progressiva mancanza di adattabilità che determina il nostro agire sempre più in modo “reattivo”anziché  calmo e centrato che in taluni altri momenti abbiamo sperimentato esistere in noi.
L’energia adattativa, considerata una eredità biologica dell’uomo, può essere ridistribuita in tutto il corpo, riportandola nei segmenti corporei in cui è necessaria.
Gli effetti principali della sindrome da stress è da ricercarsi proprio in un’alterazione del tessuto connettivo e, in particolare, delle fasce.
La tensione tra i segmenti corporei altera il modello di movimento. In un corpo irregolare, ogni movimento evoca risposta, non solo dai muscoli direttamente coinvolti (e i loro antagonisti), ma anche da un coro di altre unità.

Un alleggerimento fondamentale dello stress fisico dipende dall’allineamento verticale dei centri di gravità di tutti i maggiori blocchi ponderali (testa, torace, pelvi). Successivamente, a questo tipo di allineamento, può solamente seguire un riaggiustamento bilanciato delle restrizioni delle tensioni mio fasciali. L’enfasi qui è alleggerire la spinta verso il basso, l’effetto distruttivo della gravità e così, diminuire la quantità di disorganizzazione del sistema. A questo punto, appena scompare il modello negativo, emerge un nuovo effetto. Il rilancio dei fluidi, linfa,sangue e liquido cefalo rachidiano eseguiti in modalità kinesiologica (tonificazione-dispersione) unitamente alle applicazioni pratiche di Polarity-Therapy di R.Stone stimolano il risveglio delle risorse vitali che ogni persona porta dentro di sé ed alle quali il corpo può finalmente attingere per auto-ripararsi, auto-guarirsi: La formazione professionale a questa tecnica è aperta a tutti i praticanti di terapie corporee naturopati estetiste fisioterapisti  e le sessioni sono consigliate a qualunque età, non esistendo rischi manipolativi essendo una pratica dolce e fluidica.

Semplici liberazioni energetiche ricevute a frequenza variabile con sessioni di un ora circa, diventano una pratica di trattamento per disturbi acuti di mal di schiena, mal di testa o torcicollo efficaci contro i disturbi cronici, quali colite, problemi mestruali dismenorrea o amenorrea, ritenzione idrica linfatica, stipsi ed in generale per problemi d’origine psicosomatica, quali stati d’ansia blocchi emozionali e diaframmatici, fobie e insonnia, post parto per verificare gli eventuali disassamenti del bacino e correggerli.

M.E.T. Myofascial Expert Touch®

Aprile 2024

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CORSO DI RIFLESSOLOGIA PLANTARE

CORSO DI RIFLESSOLOGIA PLANTARE

Il corso è distinto in tre livelli e prende in esame il piede sia in un riassetto delle problematiche fisiche sia il riequilibrio delle logge energetiche.
integrata dalla Medicina Tradizionale Cinese questo tipo di Riflessologia agisce sulla componente organica riflessa nella pianta del piede, interpreta le alterazioni somato-psichiche attraverso i meridiani energetici.
I punti vengono divisi secondo le logge energetiche proprie della M.T.C , con questo metodo si compie un lavoro più profondo lavorando sui sintomi e in special modo sulle cause.
Il corso riserverà lo spazio maggiore alle applicazioni pratiche ed è studiato per poter dare da subito la possibiltà d’intervento con ottimi risultati anche a chi si avvicina per la prima volta al massaggio, allo stesso tempo ottima per riflessologi esperti che vogliono lavorare anche sulla sfera energetica.

Il corso si svolgerà presso la sede: Sala Santa Croce in Via Spolverini 4/c Parma

DATE e ARGOMENTI TRATTATI

1° livello 8-9 Maggio 2021
  • Metodologia della riflessologia plantare
  • Analisi del piede
  • Medicina Cinese: Lo schema dei cinque elementi, logge energetiche
  • Studio e pratica sui punti riflessi e di controllo delle cinque logge
  • Sistema immunitario
  • Punti principali del sistema nervoso
  • Protocollo operativo con distinzioni per i vari casi
2° livello 15-16 Maggio 2021
  • Ripasso del primo livello
  • Sistema linfatico
  • Sistema nervoso
  • Massaggio antistress
  • Punti sintomatici
  • Psicosomatica
3° livello 29-30 Maggio 2021
  •  Ripasso programma precedente e domande
  • La riflessologia sintomatica: trattamento riflessologico delle principali patologie
  • La riflessologia energetica: Trattamento dei punti dei meridiani dei piedi dell’aura
  • Trattamento metamorfico del piede
  • Lavoro pratico
  • Test conclusivo-consegna Attestato di Formazione
Termine Iscrizioni: 3 Maggio 2021

LA RIFLESSOLOGIA PLANTARE

In Occidente la Riflessologia è stata scoperta da Fitzgerald, prima sulla mano e poi sul piede, ma è stata da sempre utilizzata come elemento di cura di notevole importanza in tutte le medicine orientali.
Scientificamente, ogni punto del piede è unito tramite una terminazione nervosa ad un determinato ganglio sulla spina dorsale, che a sua volta è collegato con un organo.
Nei piedi troviamo dunque delle terminazioni nervose che agiscono di riflesso su tutto il corpo.
Stimolando opportune zone del piede, si va così ad agire nei vari organi, proprio come se venissero effettivamente toccati e massaggiati,al fine di migliorarne il funzionamento e ripristinarne l’equilibrio.

Per questo principio l’operatore, esaminando le varie zone dei piedi, riesce a valutare quale disturbo energetico sia in corso, e agendovi opportunamente, andrà a stimolare tutti gli organi connessi e ne favorirà il corretto funzionamento. La zona del piede che presenta dei problemi (dolore, tensione, edema, lassismo…) è una spia molto precisa su quale problema organico o funzionale possa esserci, sia che la persona trattata presenti sintomi o meno: il piede ci preavvisa molto prima che la malattia si manifesti, da cui l’importanza preventiva, oltre che curativa, della Riflessologia del piede.
Stimolandoli correttamente, tramite il riflesso plantare, si riducono tensioni e stress, migliora il flusso sanguigno, si sbloccano gli impulsi nervosi e si facilita il ritorno alla normalità di ghiandole e organi.

Usando la Riflessologia si interviene efficacemente sia sull’equilibrio generale, rilassando e tonificando tutto il corpo, che sulle patologie dei sistemi: cardiovascolare, muscolare, linfatico, nervoso, gastrointestinale, riproduttivo, ecc., con risultati sorprendenti.

Docente

Cristiano Mazzoni

Massofisioterapista, Naturopata, riflessologo, insegna da 20 anni tecniche taoiste fisico-meditative. Tiene corsi di Tao Yoga, corsi seminariali di riflessologia plantare e letture individuali dell’ aura in tutta Italia. Ha messo a punto un originale metodo di riflessologia globale olistica integrate alla MTC che divulga attraverso seminari residenziali in diverse regioni Italiane.

Quota di partecipazione corso

La quota prevista per i tre moduli del corso è fissata in Euro 900,00 (novecento) . Il pagamento della quota dovrà essere effettuato in soluzione unica all’atto dell’iscrizione ad Associazione Global Salus, tramite Bonifico Bancario alle seguenti coordinate bancarie:
Associazione Global Salus – IBAN: IT68Z0306912766000000002196 – Causale: Partecipazione Seminario Parma – Maggio 2021

Maggiori informazioni:
Associazione Global Salus via Napoli 2 – Colorno – PR

ATTESTATO E TEST FINALE

E’ rilasciato attestato di partecipazione agli studenti che avranno frequentato tutti i moduli con assenze inferiori al 5% del monte ore complessivo.

Cervicale: l’approccio bio-pulsatile per disattivare il dolore

Cervicale: l’approccio bio-pulsatile per disattivare il dolore

Il dolore cervicale è un fastidio che si localizza principalmente nella parte posteriore del collo (nuca), e spesso può estendersi anche a spalle e braccia.

Le cause sono da attribuire a colpi di freddomovimenti sbagliati e postura scorrette. Ma non solo, perchè questo fastidio può presentarsi anche a causa di fattori emotivi e psichici, come ad esempio in caso di stress eccessivo.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche: “Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile”.

Cervicale: come intervenire

Ogni disequilibrio del rachide cervicale proietta sulla parte muscolare più prossima e adiacente la necessità di soccorrere l’asse centrale, la muscolatura contraendosi in uno sforzo che normalmente un allineamento vertebrale perfetto non causerebbe, memorizza e mantiene nel tempo la disfunzione motoria.

Quindi dove ci sono discopatie o degenerazioni di tipo artrosico, la muscolatura cervicale corre in soccorso indurendosi, irrigidendosi.

In questo caso dove c’è la parte più tesa, se inferiore a destra, si dovrà eseguire una manualità di tipo “iniettrice V-spread”. Questa tecnica di approccio corporeo energetico, localizzato dove la muscolatura è più tesa, va a creare una normalizzazione della zona fisiologica trattata.

Con il posizionamento a “V” delle dita, si crea una polarità ricettrice, essa deve localizzarsi nella parte diametralmente opposta.

Inducendo la persona a respirare tra le mani dell’operatore, (appello coscienziale) si ottiene l’induzione della pulsatilità biologica (percepibile in modalità tattile) ed il contemporaneo neutralizzarsi della tensione. Le zone trattate saranno in normalità quando inizieranno a pulsare entrambe ritmicamente.

Quando pulsano simmetricamente tre volte in direzione longitudinale, significa che la correzione è stata eseguita e “registrata” dal corpo.

La tecnica

Se ad essere bloccata è la parte inferiore si parte da quella. Può capitare che risulti bloccata anche la parte mediana, proprio dallo stesso lato. Inoltre può essere anche la parte superiore da liberare, sempre nello stesso lato.

Oppure più frequentemente c’è una parte inferiore destra o sinistra, una parte mediana controlaterale e quindi una parte superiore omologa alla prima. Come se fosse tragitto zig-zag.

Insomma, attraverso un ascolto tattile adeguato sarà possibile riconoscere le parti bloccate ed eseguire poi le tecniche più idonee a seconda delle zone da trattare. E ci sono inoltre ulteriori cose a cui fare attenzione.

Ad esempio se la parte laterale è interamente da liberare (cioè tutta) significa che è in corso probabilmente un’infiammazione. Diverso è il caso di tensioni a zig-zag indice di una certa cronicità.

Poi ovviamente con un successivo bilancio diagnostico palpatorio, là dove necessiti si potrà lavorare in specifico con il metodo di Osteofluidica, e proseguire, interagendo con un riequilibrio mirato ad un ripristino (e liberazione) della fluidità “cervicale per cervicale”.

Se pratichi terapie corporee e desideri ricevere ulteriori informazioni sui nostri corsi di Osteofluidica Cranio Sacrale, compila il modulo qui sotto e in poche ore riceverai una risposta dettagliata.

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Lesioni Fluidiche: Vivere senza Stress e Strains!

Lesioni Fluidiche: Vivere senza Stress e Strains!

Le lesioni fluidiche sono causate principalmente dallo stress?

Innanzitutto oggi parlare di stress è divenuta quasi una moda, perdendo così il significato originale del concetto.
Stress significa banalmente stimolo, il quale si presenta sotto diverse forme e con diversi effetti dipendenti dalla sua origine, che può essere esogena o endogena.

Se il termine si riferisce a uno stimolo, la persona stressata sarà solamente una persona soggetta a una sovra stimolazione, rispetto al suo regime di tolleranza (che è estremamente soggettiva).

Questo stato dell’essere genera un malessere generalizzato nell’individuo, il quale può, anche non esserne consapevole. Riducendo così la sintomatologia a fattori casuali, e va detto che molto in tali circostanze, dipende anche dall’inclinazione caratteriale del soggetto.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche “Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile“.

Lesioni Fluidiche e Stress spiegati da Fabio Rizzo

I problemi di lesioni fluidiche sono collegati a diversi fattori, possono essere esterni (traumatici), e interni (emozionali).

Il corpo all’interno della parte strutturale ha una interfaccia composta da fluidi, che sono la linfa, il sangue e il liquido cefalo-rachidiano.

Quando riceviamo un impatto stressante dall’esterno (psichico-emozionale o fisico poco importa) il corpo attiva bio-logicamente dappertutto delle “barriere fluidiche” ad auto-protezione del proprio sistema. Che rimangono attive ed efficaci fino a quando non verranno opportunamente disattivate.

Hans Selye, medico austro-canadese, conia per primo già nella metà degli anni ’50 del secolo scorso la parola “stress” definendolo “una sollecitazione fatta al nostro organismo (sollecitazione aggressiva o non) alla quale sia possibile o meno adattarsi e alle quali sia possibile o impossibile rispondere”.

Egli definì “Sindrome Generale di Adattamento” quelle risposte che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor. Quali stimoli fisici (fatica), mentali (impegno lavorativo), sociali o ambientali (obblighi o richieste dell’ambiente sociale).

Esse sono delle risposte di congelamento, Selye evidenziò per primo la risposta intima di sensazioni inibitrici provenienti da condizionamenti esterni. In grado di produrre allarme-resistenza-esaurimento tensioni e rigidità che egli chiamò strains.

Il termine stesso “Stress” si coniugò nell’uso comune perfettamente con il termine “Strain” divenendo per gli anglosassoni un’unica parola, Stress and Strains.

Questa risposta di tipo “mammifera” di congelamento è un sistema di auto protezione che nel lungo periodo purtroppo fa divenire l’esistenza una “sopravvivenza”.

Una differenza sostanziale tra una persona che vive senza Strains e chi pur non sapendo di viverli li vive, risiede nel vissuto intimo, nella percezione della gioia di vivere e libertà creativa. Una sensazione di assenza da costrizioni e libertà dal dover essere in “reazione” e in “allarme” permanente, percezioni esattamente tipiche di chi è “costretto” a vivere sotto Strains.

Conclusioni

Arrivati a questo punto, avete sicuramente capito cosa sono le lesioni fluidiche, e perché è cosi importante armonizzare le barriere fluidiche per poter ripristinare la corretta circolazione dei fluidi corporei.

Ora non vi resta che provare, su voi stessi, i benefici dell’osteofluidica che vi rigenererà completamente sia la mente che il corpo.

Invitiamo tutti a seguirci sulla nostra pagina Facebook (@osteopatiafluidica), e suggeriamo a chi è interessato a quest’argomento, di dare un’occhiata al post successivo a questo articolo.

Troverete un video informativo in cui Fabio Rizzo ci illustrerà il suo punto di vista sulle lesioni fluidiche.

Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile

Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile

L’ascolto attivo è “Conditio Sine Qua Non” per dialogare con il linguaggio dei fluidi! Ovviamente si sta parlando di ascolto tattile, non acustico come si potrebbe superficialmente credere. Esistono due tipi di ascolto tattile: ascolto passivo ed ascolto attivo.

Fabio Rizzo,  ci ha fornito il proprio punto di vista riguardo i due tipi di ascolto. Di seguito un approfondimento sul linguaggio dei fluidi e le differenze tra ascolto attivo e ascolto passivo.

Se ti interessa l’Osteofluidica Cranio Sacrale, ti invitiamo a leggere anche: “Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!”.

Linguaggio dei fluidi: ascolto attivo e passivo

Un’ascolto attivo si differenzia da un’ascolto passivo proprio per il tipo di attenzione che si introduce nel contatto.

Se si appoggia una mano su una parte del corpo in modo intenzionale a ricevere una risposta codificata (sapendo qual è il moto dei fluidi che animano il corpo), il corpo è in grado di potermi far riscontrare questo micro movimento. Si parla di micro motilità, non di mobilità.

La motilità è un movimento spontaneo e animato da questa pulsazione fluidica. Vado a contatto con la parte del corpo e sento se il corpo mi può far vedere questo dinamismo. Se non può farmelo vedere vuol dire che è in lesione. E questo è un ascolto attivo.

Se io, per contro, appoggio la mano a contatto con il corpo e aspetto una risposta indifferenziata cioè senza precisazione intenzionale di conoscere la eventuale libertà o meno del moto dei fluidi, al massimo potrò ricevere informazioni sulla pulsazione cardiaca o termica oppure respiratoria di quella zona , questo è un ascolto passivo.

In questo caso il corpo non mi può dare nessun tipo di informazione fluidica perché se “aspetto” introduco una “attesa” e quindi una rigidità.

Conclusioni

Saper differenziare l’ascolto attivo dall’ascolto passivo quando si interviene in Osteofluidica Cranio Sacrale e fondamentale!

Quando ci si trova per la prima volta davanti ad un organismo che ci mostra la sua ritrovata libertà respiratoria primaria, contemporaneamente ci ritroviamo immersi nell’apertura ad una realtà sensibile quasi impercettibile.

Disporre di uno strumento tattile per poter indagare la presenza o meno della motilità ritmica, in precisi siti di sofferenza corporale permette di intervenire con micromovimenti di rilancio e ripristino della dinamica respiratoria primaria.

Alcune lezioni del Master in Osteofluidica Cranio Sacrale (tenuto da Fabio Rizzo) si concentrano proprio su queste tecniche.

Vi invitiamo ad attendere fino a domani per la pubblicazione del video informativo sull’ascolto attivo e passivo, in cui troverete spiegazioni e dimostrazioni pratiche effettuate da Fabio Rizzo.

Se pratichi terapie corporee e desideri ricevere ulteriori informazioni sui nostri corsi di Osteofluidica Cranio Sacrale, compila il modulo qui sotto e in poche ore riceverai una risposta dettagliata.

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Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!

Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!

Quando il corpo è liberato, trova da solo la soluzione ai suoi problemi”: questo è il principio cardine su cui si fonda l’Osteofluidica cranio sacrale.

Una metodologia ideata dal prof. Maurice Raymond Poyet osteopata francese scomparso nel 1996, allo scopo di restituire all’organismo le sue potenzialità di “auto-riequilibrio energetico”. Un veloce rilancio dell’energia all’interno del corpo, senza utilizzare alcuna manipolazione strutturale, ma solo leggeri sfioramenti che riproducono, in un certo senso, la leggerezza di una farfalla che si posa su un fiore.

L’idea di benessere e relax è già nell’aria, vero?

Bene, per saperne di più, wellMe ha intervistato un esperto in materia: Fabio Rizzo.

Massofisioterapista, osteopata, kinesiologo, naturopata, riflessologo (specializzatosi in Francia). Pratica ed insegna questa disciplina integrandola con le sue esperienze di kinesiologia, medicina tradizionale cinese e riflessologia.

Cosa s’intende esattamente per Osteofluidica Cranio Sacrale?

L’Osteofluidica Cranio Sacrale è una tecnica di medicina naturale utile per risolvere diversi disturbi dell’organismo. Ripristinando l’equilibrio dei ritmi biologici (linfa, sangue e liquido cefalorachidiano) e permettendo ottimi risultati fin dalla prima seduta.

Poyet sosteneva l’idea della globalità, per cui la persona è un “piccolo Tutto” inserito nel contesto di “un grande Tutto” (il mondo). All’interno del piccolo Tutto riveste grande importanza l’insieme composto da osso sacrocolonna vertebralecranio, concepito come un computer. Di cui l’osso sacro rappresenta la tastiera, la colonna vertebrale il cavo di connessione e il cranio il monitor.

Gli sfioramenti dolci eseguiti principalmente sull’osso sacro sono il “pezzo forte” di questa disciplina. Digitando, infatti, sulla tastiera di comando gli input codificati dal metodo, essi permettono all’organismo di recuperare la migliore circolazione energetica possibile. Liberandolo inoltre dai blocchi che intralciano il libero flusso dell’energia dal coccige fino al cranio.

Questi “blocchi” rappresentano i nostri stress?

Certamente. E l’obiettivo è proprio quello di riportare armonia: all’origine dei nostri malesseri, infatti, ci sono disarmonie. Ogni volta che il nostro corpo vive uno stress (e in media ogni persona ne affronta uno importante a settimana!), esso reagisce “globalizzandone l’impatto”. Questo avviene per renderlo il più tollerabile possibile per la distribuzione di energia (creando un equilibrio di compensazione).

Ciò comporta, al tempo stesso, un “immagazzinare in memoria” le tracce degli squilibri compensati. I risultati del fenomeno, con il passare del tempo, sono i seguenti: alterazioni alla struttura dei muscoli, dei tendini, delle articolazioni,  e delle vertebre.

A questo punto saremo in grado di capire da soli che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe…

Possiamo dire, quindi, che l’Osteofluidica Cranio Sacrale sia utile per problemi psicosomatici? E, in genere, a chi è consigliata?

Qualsiasi stress fisico (come un trauma) o emotivo (un forte turbamento, un dolore, non poter rivelare un segreto, un conflitto relazionale sociale oppure affettivo ) si ripercuote sull’intero organismo.

Molte emozioni, ad esempio, si riflettono sulla muscolatura e sulla postura. Pensiamo alla necessità di controllare i propri sentimenti (che porta a serrare con forza le mascelle o i glutei o stringere i pugni) o ad episodi in cui l’ansia e la paura inducono una chiusura anomala delle spalle.

Personalmente opero sull’ energia vitale dei miei pazienti in maniera differenziata, a seconda delle manifestazioni psicosomatiche localizzate in precisi punti che impediscono all’energia di fluire dove necessita. In generale, essendo un trattamento dolce e non invasivo, il Metodo è privo di controindicazioni e adatto a tutti.

In particolare, è d’aiuto in casi di : lombalgie, cervicalgie, traumi da cadute, sinusiti, allergie, mal di testa, emicranie, per l’apparato riproduttivo, per la gravidanza, mestruazioni dolorose. O ancora dopo il parto per riequilibrare il bacino, per il bambino, per il trattamento delle cicatrici, attacchi di panico, ansia.

Come si svolge una seduta e quante ne occorrono per verificare i primi risultati?

Una seduta di Osteofluidica Cranio Sacrale consente un’autocorrezione spontanea da parte dell’organismo, senza forzature. Per ottenere risultati sensibili possono bastare tre sessioni o, a seconda dei casi, anche una soltanto.

Per quasi tutto il tempo della seduta la persona rimane sdraiata, in alcuni momenti a pancia in giù, in altri a pancia in su e può rimanere tranquillamente vestita. La durata è di poco più di un’ora e sono necessarie, per un buon mantenimento nel tempo, almeno due sedute l’anno.

Le diverse fasi di cui si compone una sessione sono 4.

La prima riguarda l’ascolto tattile: si verifica lo stato di compensazione in atto in quel momento, “ascoltando con le mani” come l’energia circola in ogni regione del corpo.

Dopo questa fase preliminare si passa al vero e proprio piano d’azione: l’operatore libera dallo stress accumulato cercando di agire localmente per sciogliere i nodi di tensione e liberare l’organismo nel suo insieme, dolcemente e gradualmente, dai blocchi energetici.

La terza fase prevede la concentrazione dell’operatore sull’osso sacro, a partire dal quale si avvia il ripristino del flusso energetico. Grazie a sfioramenti veloci e delicati (mai più forti di una farfalla che si appoggia su un fiore), si suggerisce un’informazione di rilancio dei fluidi all’organismo, che sarà libero di accettarla o meno, senza imposizioni. Una volta terminata la seduta il paziente è invitato ad alzarsi e “fissare nella coscienza” corporea l’equilibrio fluidico ritrovato.

La quarta fase, infatti, riguarda l’accertamento energetico che l’operatore effettua toccando determinati punti del cranio, così da verificare gli effetti stessi della seduta.

Dove è possibile recarsi e come si può fare per imparare il metodo che lei insegna?

Per agenzie e direzioni didattiche o imprese interessate alla formazione e per chi fosse interessato a trattamenti di osteofluidica si possono trovare maggiori informazioni sul mio sito www.osteopatiafluidica.com.

Foto di Nico H. da Pixabay

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