Cervicale: l’approccio bio-pulsatile per disattivare il dolore

Cervicale: l’approccio bio-pulsatile per disattivare il dolore

Il dolore cervicale è un fastidio che si localizza principalmente nella parte posteriore del collo (nuca), e spesso può estendersi anche a spalle e braccia.

Le cause sono da attribuire a colpi di freddomovimenti sbagliati e postura scorrette. Ma non solo, perchè questo fastidio può presentarsi anche a causa di fattori emotivi e psichici, come ad esempio in caso di stress eccessivo.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche: “Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile”.

Cervicale: come intervenire

Ogni disequilibrio del rachide cervicale proietta sulla parte muscolare più prossima e adiacente la necessità di soccorrere l’asse centrale, la muscolatura contraendosi in uno sforzo che normalmente un allineamento vertebrale perfetto non causerebbe, memorizza e mantiene nel tempo la disfunzione motoria.

Quindi dove ci sono discopatie o degenerazioni di tipo artrosico, la muscolatura cervicale corre in soccorso indurendosi, irrigidendosi.

In questo caso dove c’è la parte più tesa, se inferiore a destra, si dovrà eseguire una manualità di tipo “iniettrice V-spread”. Questa tecnica di approccio corporeo energetico, localizzato dove la muscolatura è più tesa, va a creare una normalizzazione della zona fisiologica trattata.

Con il posizionamento a “V” delle dita, si crea una polarità ricettrice, essa deve localizzarsi nella parte diametralmente opposta.

Inducendo la persona a respirare tra le mani dell’operatore, (appello coscienziale) si ottiene l’induzione della pulsatilità biologica (percepibile in modalità tattile) ed il contemporaneo neutralizzarsi della tensione. Le zone trattate saranno in normalità quando inizieranno a pulsare entrambe ritmicamente.

Quando pulsano simmetricamente tre volte in direzione longitudinale, significa che la correzione è stata eseguita e “registrata” dal corpo.

La tecnica

Se ad essere bloccata è la parte inferiore si parte da quella. Può capitare che risulti bloccata anche la parte mediana, proprio dallo stesso lato. Inoltre può essere anche la parte superiore da liberare, sempre nello stesso lato.

Oppure più frequentemente c’è una parte inferiore destra o sinistra, una parte mediana controlaterale e quindi una parte superiore omologa alla prima. Come se fosse tragitto zig-zag.

Insomma, attraverso un ascolto tattile adeguato sarà possibile riconoscere le parti bloccate ed eseguire poi le tecniche più idonee a seconda delle zone da trattare. E ci sono inoltre ulteriori cose a cui fare attenzione.

Ad esempio se la parte laterale è interamente da liberare (cioè tutta) significa che è in corso probabilmente un’infiammazione. Diverso è il caso di tensioni a zig-zag indice di una certa cronicità.

Poi ovviamente con un successivo bilancio diagnostico palpatorio, là dove necessiti si potrà lavorare in specifico con il metodo di Osteofluidica, e proseguire, interagendo con un riequilibrio mirato ad un ripristino (e liberazione) della fluidità “cervicale per cervicale”.

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Lesioni Fluidiche: Vivere senza Stress e Strains!

Lesioni Fluidiche: Vivere senza Stress e Strains!

Le lesioni fluidiche sono causate principalmente dallo stress?

Innanzitutto oggi parlare di stress è divenuta quasi una moda, perdendo così il significato originale del concetto.
Stress significa banalmente stimolo, il quale si presenta sotto diverse forme e con diversi effetti dipendenti dalla sua origine, che può essere esogena o endogena.

Se il termine si riferisce a uno stimolo, la persona stressata sarà solamente una persona soggetta a una sovra stimolazione, rispetto al suo regime di tolleranza (che è estremamente soggettiva).

Questo stato dell’essere genera un malessere generalizzato nell’individuo, il quale può, anche non esserne consapevole. Riducendo così la sintomatologia a fattori casuali, e va detto che molto in tali circostanze, dipende anche dall’inclinazione caratteriale del soggetto.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche “Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile“.

Lesioni Fluidiche e Stress spiegati da Fabio Rizzo

I problemi di lesioni fluidiche sono collegati a diversi fattori, possono essere esterni (traumatici), e interni (emozionali).

Il corpo all’interno della parte strutturale ha una interfaccia composta da fluidi, che sono la linfa, il sangue e il liquido cefalo-rachidiano.

Quando riceviamo un impatto stressante dall’esterno (psichico-emozionale o fisico poco importa) il corpo attiva bio-logicamente dappertutto delle “barriere fluidiche” ad auto-protezione del proprio sistema. Che rimangono attive ed efficaci fino a quando non verranno opportunamente disattivate.

Hans Selye, medico austro-canadese, conia per primo già nella metà degli anni ’50 del secolo scorso la parola “stress” definendolo “una sollecitazione fatta al nostro organismo (sollecitazione aggressiva o non) alla quale sia possibile o meno adattarsi e alle quali sia possibile o impossibile rispondere”.

Egli definì “Sindrome Generale di Adattamento” quelle risposte che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor. Quali stimoli fisici (fatica), mentali (impegno lavorativo), sociali o ambientali (obblighi o richieste dell’ambiente sociale).

Esse sono delle risposte di congelamento, Selye evidenziò per primo la risposta intima di sensazioni inibitrici provenienti da condizionamenti esterni. In grado di produrre allarme-resistenza-esaurimento tensioni e rigidità che egli chiamò strains.

Il termine stesso “Stress” si coniugò nell’uso comune perfettamente con il termine “Strain” divenendo per gli anglosassoni un’unica parola, Stress and Strains.

Questa risposta di tipo “mammifera” di congelamento è un sistema di auto protezione che nel lungo periodo purtroppo fa divenire l’esistenza una “sopravvivenza”.

Una differenza sostanziale tra una persona che vive senza Strains e chi pur non sapendo di viverli li vive, risiede nel vissuto intimo, nella percezione della gioia di vivere e libertà creativa. Una sensazione di assenza da costrizioni e libertà dal dover essere in “reazione” e in “allarme” permanente, percezioni esattamente tipiche di chi è “costretto” a vivere sotto Strains.

Conclusioni

Arrivati a questo punto, avete sicuramente capito cosa sono le lesioni fluidiche, e perché è cosi importante armonizzare le barriere fluidiche per poter ripristinare la corretta circolazione dei fluidi corporei.

Ora non vi resta che provare, su voi stessi, i benefici dell’osteofluidica che vi rigenererà completamente sia la mente che il corpo.

Invitiamo tutti a seguirci sulla nostra pagina Facebook (@osteopatiafluidica), e suggeriamo a chi è interessato a quest’argomento, di dare un’occhiata al post successivo a questo articolo.

Troverete un video informativo in cui Fabio Rizzo ci illustrerà il suo punto di vista sulle lesioni fluidiche.

Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile

Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile

L’ascolto attivo è “Conditio Sine Qua Non” per dialogare con il linguaggio dei fluidi! Ovviamente si sta parlando di ascolto tattile, non acustico come si potrebbe superficialmente credere. Esistono due tipi di ascolto tattile: ascolto passivo ed ascolto attivo.

Fabio Rizzo,  ci ha fornito il proprio punto di vista riguardo i due tipi di ascolto. Di seguito un approfondimento sul linguaggio dei fluidi e le differenze tra ascolto attivo e ascolto passivo.

Se ti interessa l’Osteofluidica Cranio Sacrale, ti invitiamo a leggere anche: “Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!”.

Linguaggio dei fluidi: ascolto attivo e passivo

Un’ascolto attivo si differenzia da un’ascolto passivo proprio per il tipo di attenzione che si introduce nel contatto.

Se si appoggia una mano su una parte del corpo in modo intenzionale a ricevere una risposta codificata (sapendo qual è il moto dei fluidi che animano il corpo), il corpo è in grado di potermi far riscontrare questo micro movimento. Si parla di micro motilità, non di mobilità.

La motilità è un movimento spontaneo e animato da questa pulsazione fluidica. Vado a contatto con la parte del corpo e sento se il corpo mi può far vedere questo dinamismo. Se non può farmelo vedere vuol dire che è in lesione. E questo è un ascolto attivo.

Se io, per contro, appoggio la mano a contatto con il corpo e aspetto una risposta indifferenziata cioè senza precisazione intenzionale di conoscere la eventuale libertà o meno del moto dei fluidi, al massimo potrò ricevere informazioni sulla pulsazione cardiaca o termica oppure respiratoria di quella zona , questo è un ascolto passivo.

In questo caso il corpo non mi può dare nessun tipo di informazione fluidica perché se “aspetto” introduco una “attesa” e quindi una rigidità.

Conclusioni

Saper differenziare l’ascolto attivo dall’ascolto passivo quando si interviene in Osteofluidica Cranio Sacrale e fondamentale!

Quando ci si trova per la prima volta davanti ad un organismo che ci mostra la sua ritrovata libertà respiratoria primaria, contemporaneamente ci ritroviamo immersi nell’apertura ad una realtà sensibile quasi impercettibile.

Disporre di uno strumento tattile per poter indagare la presenza o meno della motilità ritmica, in precisi siti di sofferenza corporale permette di intervenire con micromovimenti di rilancio e ripristino della dinamica respiratoria primaria.

Alcune lezioni del Master in Osteofluidica Cranio Sacrale (tenuto da Fabio Rizzo) si concentrano proprio su queste tecniche.

Vi invitiamo ad attendere fino a domani per la pubblicazione del video informativo sull’ascolto attivo e passivo, in cui troverete spiegazioni e dimostrazioni pratiche effettuate da Fabio Rizzo.

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Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!

Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!

Quando il corpo è liberato, trova da solo la soluzione ai suoi problemi”: questo è il principio cardine su cui si fonda l’Osteofluidica cranio sacrale.

Una metodologia ideata dal prof. Maurice Raymond Poyet osteopata francese scomparso nel 1996, allo scopo di restituire all’organismo le sue potenzialità di “auto-riequilibrio energetico”. Un veloce rilancio dell’energia all’interno del corpo, senza utilizzare alcuna manipolazione strutturale, ma solo leggeri sfioramenti che riproducono, in un certo senso, la leggerezza di una farfalla che si posa su un fiore.

L’idea di benessere e relax è già nell’aria, vero?

Bene, per saperne di più, wellMe ha intervistato un esperto in materia: Fabio Rizzo.

Massofisioterapista, osteopata, kinesiologo, naturopata, riflessologo (specializzatosi in Francia). Pratica ed insegna questa disciplina integrandola con le sue esperienze di kinesiologia, medicina tradizionale cinese e riflessologia.

Cosa s’intende esattamente per Osteofluidica Cranio Sacrale?

L’Osteofluidica Cranio Sacrale è una tecnica di medicina naturale utile per risolvere diversi disturbi dell’organismo. Ripristinando l’equilibrio dei ritmi biologici (linfa, sangue e liquido cefalorachidiano) e permettendo ottimi risultati fin dalla prima seduta.

Poyet sosteneva l’idea della globalità, per cui la persona è un “piccolo Tutto” inserito nel contesto di “un grande Tutto” (il mondo). All’interno del piccolo Tutto riveste grande importanza l’insieme composto da osso sacrocolonna vertebralecranio, concepito come un computer. Di cui l’osso sacro rappresenta la tastiera, la colonna vertebrale il cavo di connessione e il cranio il monitor.

Gli sfioramenti dolci eseguiti principalmente sull’osso sacro sono il “pezzo forte” di questa disciplina. Digitando, infatti, sulla tastiera di comando gli input codificati dal metodo, essi permettono all’organismo di recuperare la migliore circolazione energetica possibile. Liberandolo inoltre dai blocchi che intralciano il libero flusso dell’energia dal coccige fino al cranio.

Questi “blocchi” rappresentano i nostri stress?

Certamente. E l’obiettivo è proprio quello di riportare armonia: all’origine dei nostri malesseri, infatti, ci sono disarmonie. Ogni volta che il nostro corpo vive uno stress (e in media ogni persona ne affronta uno importante a settimana!), esso reagisce “globalizzandone l’impatto”. Questo avviene per renderlo il più tollerabile possibile per la distribuzione di energia (creando un equilibrio di compensazione).

Ciò comporta, al tempo stesso, un “immagazzinare in memoria” le tracce degli squilibri compensati. I risultati del fenomeno, con il passare del tempo, sono i seguenti: alterazioni alla struttura dei muscoli, dei tendini, delle articolazioni,  e delle vertebre.

A questo punto saremo in grado di capire da soli che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe…

Possiamo dire, quindi, che l’Osteofluidica Cranio Sacrale sia utile per problemi psicosomatici? E, in genere, a chi è consigliata?

Qualsiasi stress fisico (come un trauma) o emotivo (un forte turbamento, un dolore, non poter rivelare un segreto, un conflitto relazionale sociale oppure affettivo ) si ripercuote sull’intero organismo.

Molte emozioni, ad esempio, si riflettono sulla muscolatura e sulla postura. Pensiamo alla necessità di controllare i propri sentimenti (che porta a serrare con forza le mascelle o i glutei o stringere i pugni) o ad episodi in cui l’ansia e la paura inducono una chiusura anomala delle spalle.

Personalmente opero sull’ energia vitale dei miei pazienti in maniera differenziata, a seconda delle manifestazioni psicosomatiche localizzate in precisi punti che impediscono all’energia di fluire dove necessita. In generale, essendo un trattamento dolce e non invasivo, il Metodo è privo di controindicazioni e adatto a tutti.

In particolare, è d’aiuto in casi di : lombalgie, cervicalgie, traumi da cadute, sinusiti, allergie, mal di testa, emicranie, per l’apparato riproduttivo, per la gravidanza, mestruazioni dolorose. O ancora dopo il parto per riequilibrare il bacino, per il bambino, per il trattamento delle cicatrici, attacchi di panico, ansia.

Come si svolge una seduta e quante ne occorrono per verificare i primi risultati?

Una seduta di Osteofluidica Cranio Sacrale consente un’autocorrezione spontanea da parte dell’organismo, senza forzature. Per ottenere risultati sensibili possono bastare tre sessioni o, a seconda dei casi, anche una soltanto.

Per quasi tutto il tempo della seduta la persona rimane sdraiata, in alcuni momenti a pancia in giù, in altri a pancia in su e può rimanere tranquillamente vestita. La durata è di poco più di un’ora e sono necessarie, per un buon mantenimento nel tempo, almeno due sedute l’anno.

Le diverse fasi di cui si compone una sessione sono 4.

La prima riguarda l’ascolto tattile: si verifica lo stato di compensazione in atto in quel momento, “ascoltando con le mani” come l’energia circola in ogni regione del corpo.

Dopo questa fase preliminare si passa al vero e proprio piano d’azione: l’operatore libera dallo stress accumulato cercando di agire localmente per sciogliere i nodi di tensione e liberare l’organismo nel suo insieme, dolcemente e gradualmente, dai blocchi energetici.

La terza fase prevede la concentrazione dell’operatore sull’osso sacro, a partire dal quale si avvia il ripristino del flusso energetico. Grazie a sfioramenti veloci e delicati (mai più forti di una farfalla che si appoggia su un fiore), si suggerisce un’informazione di rilancio dei fluidi all’organismo, che sarà libero di accettarla o meno, senza imposizioni. Una volta terminata la seduta il paziente è invitato ad alzarsi e “fissare nella coscienza” corporea l’equilibrio fluidico ritrovato.

La quarta fase, infatti, riguarda l’accertamento energetico che l’operatore effettua toccando determinati punti del cranio, così da verificare gli effetti stessi della seduta.

Dove è possibile recarsi e come si può fare per imparare il metodo che lei insegna?

Per agenzie e direzioni didattiche o imprese interessate alla formazione e per chi fosse interessato a trattamenti di osteofluidica si possono trovare maggiori informazioni sul mio sito www.osteopatiafluidica.com.

Foto di Nico H. da Pixabay

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Artrosi lombare nell’evoluzione dell’Essere

Artrosi lombare nell’evoluzione dell’Essere

L’Artrosi lombare comprende disturbi come Lombalgia-Sciatica–Colpo della strega o mal di schiena, in ogni caso risulta sempre dolorosa e limitante.

Se il blocco perdura o si aggrava notevolmente ne risultano dolore, disagio,malattia e disturbi.

L’obiettivo del massaggio è di aiutare i pazienti a sciogliere questi blocchi. Perché quando l’energia non è più soggetta a restrizioni il corpo può dar corso al processo risanatore.

I carichi fisici sono di gran lunga i meno gravosi, poiché di questi gli esseri umani sono consapevoli.

Al giorno d’oggi sono soprattutto i pesi e i fardelli inconsci quelli che opprimono gli uomini e gravano sui dischi intervertebrali.

Di seguito una guida sull’artrosi lombare, e un approfondimento sull’evoluzione della spina dorsale e dell’Essere.

Non bisogna cercar di guarire il corpo senza cercar di guarire l’anima.

Artrosi lombare secondo Platone

L’organo più impegnato del nostro fisico è la colonna vertebrale, che collega la parte superiore del corpo (testa), con quella inferiore (bacino).

Il suo nome (Columna vertebralis) contiene, in quanto tale, solo una parte di verità, dato che per tutta la vita dell’individuo questa svolge più il ruolo di un arco flessibile che quello di una vera e propria colonna.

Considerata da questo punto di vista, possiamo dire che assume la forma di una doppia S.

La colonna vertebrale si comporta come un’unità funzionale che consiste di: 7 cervicali, 12 dorsali, 5 lombari, 5 sacrali e 3 coccigee.

Alla colonna vertebrale sono legati i 550 muscoli, i 400 legamenti e tendini dell’apparato di sostegno preposto alla stabilità. Che al tempo stesso deve garantire la sorprendente mobilità delle 144 articolazioni.

Eccetto le due vertebre superiori, Atlas e Axis, tutte le altre hanno una forma simile.

Vertebre e colonna vertebrale

Mentre i massicci corpi delle vertebre sopportano il peso del corpo, il canale vertebrale, formato dai fori delle vertebre poste una sopra all’altra, protegge il sensibile midollo spinale. I cui nervi si diramano attraverso le stesse strutture vertebrali.

La diversa mobilità che caratterizza ognuna delle sue parti principali è dovuta soprattutto alla presenza dei dischi intervertebrali.

D’altro canto, non c’è alcun dubbio che possiamo divenire uomini autentici solo attraverso la spina dorsale.Come l’energia, anche l’uomo integro deve salire seguendo l’asse centrale fino a raggiungere l’estrema rettitudine.

Le 5 vertebre lombari hanno il compito di far si che l’essere si “verticalizzi” nel proprio “tempo” e nel proprio “spazio” ,esse sono ben raffigurate nell’uomo di Leonardo.

Le 12 vertebre dorsali sono collegate alle “fatiche di Ercole” verso la fatica nel divenire consci del proprio essere.

Le 7 vertebre cervicali sono i gradini della  scala del sogno di  Giacobbe. Che sale verso il cielo, verso la trinità delle tre vertebre craniali occipite sfenoide ed etmoide che rappresentano la massima realizzazione della nostra divinità terrena.

Lo sviluppo dell’Essere e della spina dorsale

Anche altre culture antiche conoscevano le forze che scorrono lungo la colonna vertebrale.La dottrina cinese dell’agopuntura dà una grande importanza ai meridiani energetici e a questo modo di considerare le cose.

Il serpente, che ha sedotto i primi uomini inducendoli a vivere nel mondo della polarità, consente loro di crescere al di là della polarità stessa e di tornare nell’unità, cioè alla salute.

Così il serpente diviene anche il simbolo dell’evoluzione.

Come il risveglio dell’energia del serpente Kundalini è decisivo per far sì che l’uomo si elevi e si trasformi in vero uomo spirituale. L’acquisizione della posizione eretta da parte dei primi esseri umani permise loro di acquisire caratteri umani nel senso più autentico.

Normalmente sui dischi intervertebrali viene esercitata una pressione di circa 30-50 chilogrammi, ma appiattendosi essi sono in grado di sopportare un peso quadruplo.

È possibile misurare la capacità di adattamento della spina al carico con un semplice metro.

Di mattina l’essere umano è certamente più alto di quanto lo sia la sera. Il peso del giorno infatti grava su di lui al punto di farlo abbassare (fino a un massimo di due centimetri).

Lo sviluppo dell’essere umano e quello della spina dorsale sono strettamente collegati.

Per questo non dobbiamo sorprenderci se i problemi più generali che possono affliggere la spina dorsale hanno le loro radici nella storia dell’evoluzione personale di ciascuno.

Conclusioni

D’altro canto, se si riflette sul fatto che nella nostra società una persona su due soffre di mal di schiena, è possibile capire quanto sia arretrata ancora oggi la nostra condizione.

Camminare eretti è una facoltà esclusiva dell’uomo, resa possibile dalla curvatura del piede, diversa da quella di qualsiasi altra creatura vivente.

Per questo, insieme alla colonna vertebrale, da un punto di vista anatomico l’incavo presente nella pianta del piede (l’osso cuneiforme centrale tra i tre)  è l’elemento più umano dell’uomo.

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Stress: le somatizzazioni e i disturbi collegati

Stress: le somatizzazioni e i disturbi collegati

Alzi la mano chi non hai mai avvertito una sensazione di stress. Oggi a causa di ritmi quotidiani sempre piu’ accelerati, si sente sempre piu’ spesso parlare di ”stress”.

Ogni anno aumentano le persone che avvertono lo stress sempre piu’ insistentemente a causa di svariati motivi.

Ma cos’e’ lo stress? Lo stress e’ una reazione del nostro organismo ad eventi esterni.

Quando il corpo e la psiche non riescono più ad adattarsi a richieste eccessive provenienti dall’esterno interviene lo stress e possono sorgere una serie di sintomi somatici.

Stress: cosa può causare

Ovviamente lo stress di per se’ non e’ grave, se lieve e se non arreca particolari disturbi ed effetti sintomatici.

In caso contrario, quando risulta eccessivo, e’importante non sottovalutare gli effetti somatici indotti dallo stress che nel lungo periodo possono anche portare a conseguenze gravi.

Le più frequenti somatizzazioni indotte da stress, agiscono a livello:

  • cardiaco: tachicardia, irregolarità del battito cardiaco (extrasistoli), dolore al centro del petto, ipertensione, infarto;
  • polmonare: asma, irregolarita’ nella respirazione;
  • gastrointestinale: colon irritabile (diarrea, stipsi, dolori), dispepsia (senso di pienezza dopo il pasto, acidità, dolori), ulcera gastroduodenale (aumento della secrezione acida)
  • uro-genitale: diminuzione del desiderio, eiaculazione precoce;
  • dermatologico: eccessiva sudorazione, prurito, psoriasi;
  • muscolare e posturale: contrazione della mascella, chiusura dei pugni,contrattura anomala delle spalle, contrazione innaturale dei glutei.

Cio’ accade perche’ quando si verifica uno stress di natura fisica o emotiva, esso si ripercuote sull’intero organismo. I meccanismi di compensazione del corpo, non sono circoscritti ad un’area limitata ma lo coinvolgono nella sua totalita’.

Quando si manifestano disturbi del genere e’ necessario mettere il corpo in condizione di rilanciare energia al suo interno eliminando tensioni muscolari, blocchi e ostruzioni.

I trattamenti di osteofluidica

Qualche trattamento di osteofluidica, utile in presenza di somatizzazioni di vario genere, può stimolare e riequilibrare il flusso energetico vitale in tutto il corpo.

Un approccio corporeo dolce senza imposizioni strutturali o manipolazioni classiche,in grado di riportare la pulsatilità vitale la dove è interrotta anche da molto tempo, e con essa un ottimo risultato di rigenerazione e ricarica energetica immediatamente disponibile da utilizzare.

Una disciplina che si basa sul “sentire sottile” per mezzo di “una super sensibilità tattile” dei micro-movimenti legati al ritmo del passaggio dei fluidi vitali in ogni regione corporea.

Quando tutto va bene tutto è fluido,sciolto e adattativo,dentro il corpo, il cuore,la testa.

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