Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!

Osteofluidica Cranio Sacrale: scacco matto allo stress!

Quando il corpo è liberato, trova da solo la soluzione ai suoi problemi”: questo è il principio cardine su cui si fonda l’Osteofluidica cranio sacrale.

Una metodologia ideata dal prof. Maurice Raymond Poyet osteopata francese scomparso nel 1996, allo scopo di restituire all’organismo le sue potenzialità di “auto-riequilibrio energetico”. Un veloce rilancio dell’energia all’interno del corpo, senza utilizzare alcuna manipolazione strutturale, ma solo leggeri sfioramenti che riproducono, in un certo senso, la leggerezza di una farfalla che si posa su un fiore.

L’idea di benessere e relax è già nell’aria, vero?

Bene, per saperne di più, wellMe ha intervistato un esperto in materia: Fabio Rizzo.

Massofisioterapista, osteopata, kinesiologo, naturopata, riflessologo (specializzatosi in Francia). Pratica ed insegna questa disciplina integrandola con le sue esperienze di kinesiologia, medicina tradizionale cinese e riflessologia.

Cosa s’intende esattamente per Osteofluidica Cranio Sacrale?

L’Osteofluidica Cranio Sacrale è una tecnica di medicina naturale utile per risolvere diversi disturbi dell’organismo. Ripristinando l’equilibrio dei ritmi biologici (linfa, sangue e liquido cefalorachidiano) e permettendo ottimi risultati fin dalla prima seduta.

Poyet sosteneva l’idea della globalità, per cui la persona è un “piccolo Tutto” inserito nel contesto di “un grande Tutto” (il mondo). All’interno del piccolo Tutto riveste grande importanza l’insieme composto da osso sacrocolonna vertebralecranio, concepito come un computer. Di cui l’osso sacro rappresenta la tastiera, la colonna vertebrale il cavo di connessione e il cranio il monitor.

Gli sfioramenti dolci eseguiti principalmente sull’osso sacro sono il “pezzo forte” di questa disciplina. Digitando, infatti, sulla tastiera di comando gli input codificati dal metodo, essi permettono all’organismo di recuperare la migliore circolazione energetica possibile. Liberandolo inoltre dai blocchi che intralciano il libero flusso dell’energia dal coccige fino al cranio.

Questi “blocchi” rappresentano i nostri stress?

Certamente. E l’obiettivo è proprio quello di riportare armonia: all’origine dei nostri malesseri, infatti, ci sono disarmonie. Ogni volta che il nostro corpo vive uno stress (e in media ogni persona ne affronta uno importante a settimana!), esso reagisce “globalizzandone l’impatto”. Questo avviene per renderlo il più tollerabile possibile per la distribuzione di energia (creando un equilibrio di compensazione).

Ciò comporta, al tempo stesso, un “immagazzinare in memoria” le tracce degli squilibri compensati. I risultati del fenomeno, con il passare del tempo, sono i seguenti: alterazioni alla struttura dei muscoli, dei tendini, delle articolazioni,  e delle vertebre.

A questo punto saremo in grado di capire da soli che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe…

Possiamo dire, quindi, che l’Osteofluidica Cranio Sacrale sia utile per problemi psicosomatici? E, in genere, a chi è consigliata?

Qualsiasi stress fisico (come un trauma) o emotivo (un forte turbamento, un dolore, non poter rivelare un segreto, un conflitto relazionale sociale oppure affettivo ) si ripercuote sull’intero organismo.

Molte emozioni, ad esempio, si riflettono sulla muscolatura e sulla postura. Pensiamo alla necessità di controllare i propri sentimenti (che porta a serrare con forza le mascelle o i glutei o stringere i pugni) o ad episodi in cui l’ansia e la paura inducono una chiusura anomala delle spalle.

Personalmente opero sull’ energia vitale dei miei pazienti in maniera differenziata, a seconda delle manifestazioni psicosomatiche localizzate in precisi punti che impediscono all’energia di fluire dove necessita. In generale, essendo un trattamento dolce e non invasivo, il Metodo è privo di controindicazioni e adatto a tutti.

In particolare, è d’aiuto in casi di : lombalgie, cervicalgie, traumi da cadute, sinusiti, allergie, mal di testa, emicranie, per l’apparato riproduttivo, per la gravidanza, mestruazioni dolorose. O ancora dopo il parto per riequilibrare il bacino, per il bambino, per il trattamento delle cicatrici, attacchi di panico, ansia.

Come si svolge una seduta e quante ne occorrono per verificare i primi risultati?

Una seduta di Osteofluidica Cranio Sacrale consente un’autocorrezione spontanea da parte dell’organismo, senza forzature. Per ottenere risultati sensibili possono bastare tre sessioni o, a seconda dei casi, anche una soltanto.

Per quasi tutto il tempo della seduta la persona rimane sdraiata, in alcuni momenti a pancia in giù, in altri a pancia in su e può rimanere tranquillamente vestita. La durata è di poco più di un’ora e sono necessarie, per un buon mantenimento nel tempo, almeno due sedute l’anno.

Le diverse fasi di cui si compone una sessione sono 4.

La prima riguarda l’ascolto tattile: si verifica lo stato di compensazione in atto in quel momento, “ascoltando con le mani” come l’energia circola in ogni regione del corpo.

Dopo questa fase preliminare si passa al vero e proprio piano d’azione: l’operatore libera dallo stress accumulato cercando di agire localmente per sciogliere i nodi di tensione e liberare l’organismo nel suo insieme, dolcemente e gradualmente, dai blocchi energetici.

La terza fase prevede la concentrazione dell’operatore sull’osso sacro, a partire dal quale si avvia il ripristino del flusso energetico. Grazie a sfioramenti veloci e delicati (mai più forti di una farfalla che si appoggia su un fiore), si suggerisce un’informazione di rilancio dei fluidi all’organismo, che sarà libero di accettarla o meno, senza imposizioni. Una volta terminata la seduta il paziente è invitato ad alzarsi e “fissare nella coscienza” corporea l’equilibrio fluidico ritrovato.

La quarta fase, infatti, riguarda l’accertamento energetico che l’operatore effettua toccando determinati punti del cranio, così da verificare gli effetti stessi della seduta.

Dove è possibile recarsi e come si può fare per imparare il metodo che lei insegna?

Per agenzie e direzioni didattiche o imprese interessate alla formazione e per chi fosse interessato a trattamenti di osteofluidica si possono trovare maggiori informazioni sul mio sito www.osteopatiafluidica.com.

Foto di Nico H. da Pixabay

Se pratichi terapie corporee e desideri ricevere ulteriori informazioni sui nostri corsi di Osteofluidica Cranio Sacrale, compila il modulo qui sotto e in poche ore riceverai una risposta dettagliata.

5 + 1 =

Osteofluidica Cranio Sacrale: l’osso sacro

Osteofluidica Cranio Sacrale: l’osso sacro

L’Osteofluidica Cranio Sacrale è un trattamento che si occupa sostanzialmente di ripristinare la corretta circolazione del Movimento Respiratorio Primario (MRP) in tutti i distretti del corpo.

L’ MRP si forma all’interno del feto ancor prima del battito cardiaco. È prodotto dal movimento basculante che avviene tra l’osso occipitale e l’osso sfenoide, situati nel cranio. Questo movimento che l’organismo riproduce automaticamente permette di diffondere la ritmica craniale del liquido cefalo rachidiano in tutto il corpo.

Sin dal momento della nascita e poi per tutto il corso della vita, l’individuo subisce traumi e stress fisici e psichici, che portano all’interruzione della corretta circolazione dei fluidi energetici. I trattamenti di osteofluidica cranio sacrale sono in grado di riequilibrare il corso naturale dell’energia.

Osso sacro catalizzatore di energia

Secondo la metodologia innovativa informazionale di armonizzazione globale, tutte le varie zone del corpo e della mente sono connesse della rete energetica e dal movimento fluidico. Qualsiasi trauma o evento stressante accada nel corso della vita, il “colpo” viene trasmesso in maniera psicosomatica. Di conseguenza, avviene una reazione globale da parte dell’intero organismo.

Maurice Poyet, padre dell’osteofluidica cranio sacrale, riteneva che l’osso sacro avesse un ruolo fondamentale in tutto ciò. Pensava infatti che il tratto sacrale fosse un catalizzatore di energia. E che proprio in quella zona si trovasse la chiave per poter riequilibrare il dinamismo dei fluidi intrinseci corporali.

Poyet, per far comprendere la sua teoria, paragonava l’organismo umano ad una sorta di computer. Egli sosteneva che l’osso sacro può essere considerato come la tastiera di un computer, la colonna vertebrale come un cavo di connessione, mentre la testa come un monitor.

In sostanza l’osteofluidica permette, toccando i tasti giusti della zona sacrale, di inviare delle informazioni energetico-riequilibranti a tutta la colonna vertebrale fino al cranio. Tramite il cranio poi, proprio come fosse lo schermo di un computer, è possibile controllare gli effetti del trattamento. Ciò avviene attraverso l’ascolto tattile della zona craniale.

Approccio di osteofluidica sull’asse cranio-sacrale

La rete energetica presente all’interno di ogni organismo si esprime in pulsazioni. Tramite l’ascolto tattile che avviene durante le sedute di osteofluidica, la mano attenta del professionista è in grado di ascoltare tali pulsazioni. In questo modo, egli sarà anche in grado di capire dove il movimento fluidico è stato interrotto.

Una volta individuati i punti in cui lo stress si è maggiormente accumulato, è possibile comporre un piano d’azione partendo dalla liberazione Energetica dei Meridiani, dopodiché, la seduta di osteofluidica può procedere con le stimolazioni riflessogene leggere. Principalmente, l’approccio avviene sull’osso sacro, che appunto è il fulcro energetico maggiore. Ma continua poi per tutto l’asse centrale, con effetto su tutte le vertebre dal coccige al cranio.

Tramite le sedute di osteofluidica cranio sacrale, è possibile dunque riattivare il corretto sistema di pulsazione dei fluidi, dialogando con l’organismo nel modo giusto. Il professionista di osteofluidica, durante il trattamento, metterà in atto un processo informazionale, dove appunto “informerà” il corpo della possibilità di riequilibrarsi in maniera naturale.

Sostanzialmente, insegnerà al paziente e al suo corpo ad auto-liberare la circolazione dell’energia, laddove è stata interrotta dagli eventi traumatici e dai periodi di grande stress che si susseguono durante il corso della vita.

Foto di Angelo Esslinger da Pixabay

Se pratichi terapie corporee e desideri ricevere ulteriori informazioni sui nostri corsi di Osteofluidica Cranio Sacrale, compila il modulo qui sotto e in poche ore riceverai una risposta dettagliata.

5 + 14 =

Metodo Poyet: i principi fondamentali dell’osteofluidica

Metodo Poyet: i principi fondamentali dell’osteofluidica

Maurice Poyet fu un osteopata kinesiologo francese che scoprì una nuova disciplina di intervento dolce sul corpo, battezzato poi come il “Metodo Poyet”.

Questa metodologia innovativa è mirata a ripristinare le potenzialità di riequilibrio energetico nell’organismo. Non effettua manipolazioni strutturali, come l’osteopatia tradizionale, ma si basa sull’ascolto dei movimenti fluidici intrinseci del corpo.

Attraverso stimolazioni riflessogene sensitive leggere, la disciplina osteofluidica metodo Poyet permette al corpo di auto-guarirsi, rigenerando il naturale movimento energetico globale.

Metodo Poyet: “come una farfalla si posa su un fiore”

Poyet, l’osteopata francese padre del metodo dopo tanti anni di pratica e ricerca arrivò al punto di affermare che la psiche e il corpo dell’essere umano fossero un unità. Egli riteneva che dopo ogni evento, attacco, stress o trauma che potesse colpire in qualunque modo l’individuo, avvenisse una reazione di risposta psicosomatica che coinvolgeva ogni parte del corpo.

Secondo tale assunto, all’interno dell’organismo umano è presente una rete di fluidi energetici che scorrono naturalmente. A questa è dovuta la vitalità dell’individuo ed il suo benessere mentale e fisico.

Il metodo Poyet è una terapia cranio-vertebro-sacrale, secondo la quale l’osso sacro funziona come una tastiera. L’osteopata credeva appunto che l’osso sacro contenesse delle specifiche rette reattive energetiche. E che, se stimolate nel modo giusto, tutte le vertebre dell’asse cranio-sacrale avessero delle reazioni.

Proprio come se, sfiorando in modo leggerissimo i tasti giusti dell’osso sacro (tastiera), l’energia libera di circolare si diffondesse in maniera autonoma “informando “ l’intero organismo. Per questi motivi, l’osteopata denominò il suo metodo anche “terapia informazionale”.

Tale trattamento di osteofluidica non necessita di interventi di riassestamento meccanico di ossa o vertebre. Bensì, si basa sullo sfiorare delicatamente dei punti precisi del corpo. Come Poyet amava ripetere, le stimolazioni devono essere “non più forti di una farfalla che si posa su un fiore”.

Il senso della teoria e il significato dell’osteofluidica

Il metodo Poyet infatti, basa la sua azione prima di tutto sull’ascolto dei movimenti fluidici. Secondo cui, semplicemente toccando qualsiasi zona del corpo, una mano attenta è in grado di sentir scorrere i fluidi. Ed è capace di intendere anche se la naturale circolazione è stata interrotta per via delle barriere di protezione fluidiche.

Tali barriere si formano nel momento in cui l’individuo subisce dei traumi psichici, fisici oppure emozionali. In quei momenti, ogni zona del corpo viene “colpita”. Così, per poter sopravvivere, l’organismo si autodifende innalzando difese che interrompono i normali movimenti dei flussi energetici. Andando avanti col tempo, questi squilibri possono portare alla nascita di dolori fisici e malesseri psichici.

Per poter ripristinare dunque l’armonizzazione fluidica globale, è necessario sottoporsi ai trattamenti di osteofluidica. Si inizierà con l’ascolto tattile, dove il professionista si concentra nel sentire il movimento fluidico del corpo, e nel ricercare le eventuali barriere di difesa createsi.

Dopodiché si passerà allo studio di un piano d’azione che si basa sulla liberazione delle restrizioni periferiche Mio-fasciali  rilanciando contemporaneamente l’Energetica dei Meridiani, ovvero la rete energetica della Medicina Tradizionale Cinese presente all’interno del corpo. A seconda del giusto collegamento, il professionista di osteofluidica capirà come e dove intervenire su ogni persona.

Infine, la seduta si conclude con le stimolazioni riflessogene sull’osso sacro e sull’asse cranio-sacrale. Durante ogni passo del trattamento, il paziente sarà coinvolto e parteciperà attivamente ai processi di auto-liberazione.

In questo modo, egli imparerà a rigenerare autonomamente l’energia che scorre nel suo corpo. In sostanza, gli verrà insegnato come, ascoltare e comprendere, rivisitare il presente con una nuova visione  psico-biologica aperta  a tutto ciò che il corpo gli sta mostrando, la gestione psicosomatica dei suoi stress. Dando spazio alla positività e all’energia, allontanando ansie e stress.

Foto di jarmon_88 da Pixabay.

Se pratichi terapie corporee e desideri ricevere ulteriori informazioni sui nostri corsi di Osteofluidica Cranio Sacrale, compila il modulo qui sotto e in poche ore riceverai una risposta dettagliata.

11 + 6 =