Comunicazione non verbale: il linguaggio del corpo

Comunicazione non verbale: il linguaggio del corpo

Quando interagiamo con un’altra persona siamo attenti soprattutto alla comunicazione verbale, cioè a quello che diciamo. La maggior parte dei messaggi emozionali e gli atteggiamenti interiori sono invece espressi prevalentemente attraverso un canale preferenziale: il nostro corpo.

Imparando a conoscere questa parte  non solo riusciamo a decodificare gli altri, ma  possiamo sviluppare una conoscenza più approfondita di noi stessi.

Perchè ciò che ci trasmette il linguaggio del corpo è un messaggio che proviene direttamente dal nostro inconscio.

Comunicazione non verbale: cos’è e cosa comprende

La comunicazione non verbale è una disciplina abbastanza complessa, per applicarla bisogna tener conto di un insieme di elementi. Come il contesto, la relazione interpersonale osservata nella sua interezza e le specificità del nostro interlocutore.

Occorre, quindi, molta prudenza nell’interpretazione perché nessun segnale ha un significato univoco.

La portata di questa tematica la si può comprendere dall’affermazione di una famosa ricercatrice degli anni Settanta James Borg, secondo la quale nei rapporti interpersonali la comunicazione non verbale rappresenta addirittura il novanta per cento dei messaggi che le persone si scambiano.

La comunicazione non verbale comprende anche la prossemica o spazio vitale, cioè la distanza in base a cui l’uomo regola i rapporti interpersonali.

Edward Hall, l’antropologo che ha coniato il termine, definisce questa disciplina:

lo studio di come l’uomo struttura inconsciamente i microspazi – le distanze tra gli uomini mentre conducono le transazioni quotidiane, l’organizzazione dello spazio nella propria casa e negli altri edifici e infine la struttura delle sue città.

Infatti, l’ambiente attorno all’essere vivente non è neutro, ma è suddiviso in quattro aree: intimo, personale, sociale e pubblico. Questa ripartizione è suscettibile di variazioni secondo le diverse culture.

L’interpretazione del linguaggio del corpo

Il nostro spazio vitale si estende  per circa un metro dal corpo, ogni violazione comporta un aumento di tensione e una sensazione sgradevole di essere invasi.

Tolleriamo questa intromissione solo in ambienti affollati, in cui lo spazio prossemico si riduce, mentre siamo poco comprensivi quando qualcuno ci si avvicina troppo senza motivo.

Durante una conversazione,approssimarsi o allontanarsi dall’interlocutore sono movimenti che hanno un loro significato.

Infatti nella prossemica se mi avvicino durante una discussione è tendenzialmente un “sì” a ciò che l’altro sta dicendo, mentre la postura indietreggiante è il messaggio opposto.

Molte volte l’incoerenza tra le parole e ciò che esprimiamo con il corpo non è una menzogna consapevole, ma può essere un’incongruenza manifestata dall’inconscio.

Il volto invece può essere interpretato come un tiro al bersaglio, dove la parte centrale ha un valore più alto. Ad esempio toccarsi il naso è uno scarico tensionale negativo.

Se quindi ti dico “ mi fa piacere accompagnarti dal medico” e poi mi  tocco il naso probabilmente non sono d’accordo con ciò che ho detto, esprimo così il mio disagio.

A questo punto è importante chiedersi il motivo di questa incongruenza,  magari per scoprire  un’emozione rimossa e quindi andare verso ciò che è in linea con il nostro vero Essere.

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