Dolori mestruali: controllali con l’Osteofluidica

Dolori mestruali: controllali con l’Osteofluidica

L’Osteofluidica può aiutare molto in caso di dolori mestruali. Le metodiche di questa disciplina possono essere utili in casi di amenorrea, dismenorrea,  o comunque turbe dell’apparato riproduttivo.

Molto spesso  le tossine che sono contenute all’interno di un muscolo (l’ileo psoas), sono una concausa responsabile.

L’ileo psoas è infatti un muscolo molto particolare che trasporta numerose tossine e scorie. Questo muscolo, irrigidendosi o contraendosi, è in grado di creare dolorabilità veramente molto fastidiosa se non addirittura invalidante.

Il lavoro manuale di normalizzazione permette di decontrarre questo muscolo ileo psoas.

La sua liberazione è molto importante per tutte le problematiche di tipo ginecologico come dismenorrea, quindi in caso di ritardo, non regolarità del ciclo, o dolorabilità ricorrente ad ogni periodo mestruale.

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Dolori mestruali: la liberazione del muscolo psoas

Questo tipo di lavoro manuale ed energetico  permette di detossinare e rilasciare gli effetti nocivi che il muscolo interno proietta sulle muscolatura fasciale adiacente.
Alla persona trattata invece, permette di poter prendere “coscienza” della liberazione che ne deriva e che lo interessa.

La cosa più facile per poter far prendere coscienza di quanto sia necessaria e importante questa detossinazione, è quella di eseguire un test kisesiologico.

Il test inizia con il sollevamento di una gamba, e la conseguente verifica della “ resistenza ” dei muscoli adduttori attraverso una leggera spinta obliqua. Se la gamba non tiene al test di resistenza significa che è necessario intervenire.

Lo psoas è un muscolo che ha un inserzione posteriore prossimale che parte dalla decima-undicesima vertebra dorsale e si proietta anteriormente attraversando la linea mediana del corpo fino al pavimento pelvico.

Le modalità

E’ possibile liberare il muscolo utilizzando tre modalità, di cui una di tipo più kinesiologica (classica) con una modalità fluidica in tre dimensioni.

Questa, permette di far sentire la pulsazione longitudinale che dovrebbe partire e passare proprio dal muscolo psoas. Si tratta quindi di una normalizzazione di tipo kinesiologica.

Quella che invece consiglia Fabio Rizzo, insegna e predilige è di tipo omeopatico informativo. Per cui non sarà più necessario fare il movimento in se stesso ma basterà posizionarsi sul muscolo, nella giusta posizione prossimale e distale della sua conformazione fisiologica, e infine chiedere al corpo di auto liberarsi.

Questo è il massimo movimento espressivo che è possibile fare e che risulta fra l’altro già ampiamente sufficiente e risolutivo. E l’organismo andrà ad eseguire questa auto liberazione in completa autonomia, in maniera progressiva.

A questo punto si dovrà eseguire il test di confronto per verificare l’efficacia dell’operazione svolta. Questo avviene attraverso un nuovo test kinesiologico di conferma di tenuta muscolare.

Infine, un terzo caso di intervento può essere necessario in caso di cronicità della tensione mediante uno stretching da eseguirsi sotto controllo di fasi respiratorie, per meglio poter allungare e distendere questo particolarissimo il muscolo.

Foto di Anastasia Gepp da Pixabay

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