Lesioni Fluidiche: Vivere senza Stress e Strains!
Le lesioni fluidiche sono causate principalmente dallo stress?
Innanzitutto oggi parlare di stress è divenuta quasi una moda, perdendo così il significato originale del concetto.
Stress significa banalmente stimolo, il quale si presenta sotto diverse forme e con diversi effetti dipendenti dalla sua origine, che può essere esogena o endogena.
Se il termine si riferisce a uno stimolo, la persona stressata sarà solamente una persona soggetta a una sovra stimolazione, rispetto al suo regime di tolleranza (che è estremamente soggettiva).
Questo stato dell’essere genera un malessere generalizzato nell’individuo, il quale può, anche non esserne consapevole. Riducendo così la sintomatologia a fattori casuali, e va detto che molto in tali circostanze, dipende anche dall’inclinazione caratteriale del soggetto.
Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche “Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile“.
Lesioni Fluidiche e Stress spiegati da Fabio Rizzo
I problemi di lesioni fluidiche sono collegati a diversi fattori, possono essere esterni (traumatici), e interni (emozionali).
Il corpo all’interno della parte strutturale ha una interfaccia composta da fluidi, che sono la linfa, il sangue e il liquido cefalo-rachidiano.
Quando riceviamo un impatto stressante dall’esterno (psichico-emozionale o fisico poco importa) il corpo attiva bio-logicamente dappertutto delle “barriere fluidiche” ad auto-protezione del proprio sistema. Che rimangono attive ed efficaci fino a quando non verranno opportunamente disattivate.
Hans Selye, medico austro-canadese, conia per primo già nella metà degli anni ’50 del secolo scorso la parola “stress” definendolo “una sollecitazione fatta al nostro organismo (sollecitazione aggressiva o non) alla quale sia possibile o meno adattarsi e alle quali sia possibile o impossibile rispondere”.
Egli definì “Sindrome Generale di Adattamento” quelle risposte che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor. Quali stimoli fisici (fatica), mentali (impegno lavorativo), sociali o ambientali (obblighi o richieste dell’ambiente sociale).
Esse sono delle risposte di congelamento, Selye evidenziò per primo la risposta intima di sensazioni inibitrici provenienti da condizionamenti esterni. In grado di produrre allarme-resistenza-esaurimento tensioni e rigidità che egli chiamò strains.
Il termine stesso “Stress” si coniugò nell’uso comune perfettamente con il termine “Strain” divenendo per gli anglosassoni un’unica parola, Stress and Strains.
Questa risposta di tipo “mammifera” di congelamento è un sistema di auto protezione che nel lungo periodo purtroppo fa divenire l’esistenza una “sopravvivenza”.
Una differenza sostanziale tra una persona che vive senza Strains e chi pur non sapendo di viverli li vive, risiede nel vissuto intimo, nella percezione della gioia di vivere e libertà creativa. Una sensazione di assenza da costrizioni e libertà dal dover essere in “reazione” e in “allarme” permanente, percezioni esattamente tipiche di chi è “costretto” a vivere sotto Strains.
Conclusioni
Arrivati a questo punto, avete sicuramente capito cosa sono le lesioni fluidiche, e perché è cosi importante armonizzare le barriere fluidiche per poter ripristinare la corretta circolazione dei fluidi corporei.
Ora non vi resta che provare, su voi stessi, i benefici dell’osteofluidica che vi rigenererà completamente sia la mente che il corpo.
Invitiamo tutti a seguirci sulla nostra pagina Facebook (@osteopatiafluidica), e suggeriamo a chi è interessato a quest’argomento, di dare un’occhiata al post successivo a questo articolo.
Troverete un video informativo in cui Fabio Rizzo ci illustrerà il suo punto di vista sulle lesioni fluidiche.