Postura: lo stress incide notevolmente

Postura: lo stress incide notevolmente

Lo stress incide sulla postura. Di natura psicologica o emotiva, i fattori  di stress sono  in grado di produrre notevoli cambiamenti nel sistema muscolo-scheletrico, influenzando il funzionamento complessivo del corpo.

La rabbia, la paura, l’ eccitazione o  la depressione producono schemi posturali e muscolari scorretti.
Molte posture e tensioni difensive derivano da ansia e stress.

La prima risposta somatica che il corpo mette in campo per fronteggiare questi stati sono delle barriere di sicurezza interne attuate per non permettere agli eventi perturbanti di poter entrare in profondità.

Un esempio classico è dato da un sentimento sottile di angoscia del futuro, che obbliga l’essere ad attivare permanentemente una forma rassicurante di controllo difensivo.

L’osteofluidica cranio sacrale contribuisce al miglioramento della regolare fluidità originale perturbata dagli effetti delle proprie paure e degli stress esterni.

Postura: come il corpo reagisce allo stress

Non esistono due persone che reagiscono allo stress nello stesso modo. Anche in condizioni identiche, reazioni ed effetti variano. Mentre è importante conoscere cosa è lo stress e come il corpo reagisce ad esso in generale.

Perché una persona sviluppa un’ulcera, un’altra il diabete ed un’altra ancora la pressione alta?

Tutte queste condizioni possono essere il risultato apparente di schemi di stress simili. È evidente, quindi, che i fattori di stress non determinano la risposta del corpo.

La personalità  è il fattore determinante per stabilire quali aspetti del corpo si adatteranno o reagiranno in risposta a qualsiasi stimolo o stress.

La malattia, in ultima analisi, è il  tentativo creativo inconscio di trovare soluzioni a fattori limitanti dall’ambiente totale in cui una persona vive, internamente verso se stesso,esternamente in confronto agli altri.

I fattori di stress

Se i fattori di stress sono costanti o ripetuti frequentemente, e non c’è rilascio dell’accumulo di tensione, possono manifestarsi una varietà di sintomi.

Tra cui problemi di postura, vertigini, dolori e rigidità muscolare, cefalea, disturbi della vista, ipertensione, problemi circolatori e cardiaci. Anche difficoltà respiratorie, tra cui asma e allergie, palpitazioni, disturbi digestivi, tra cui ulcere, difficoltà di deglutizione, disturbi della glicemia (alta o bassa), mal di schiena, disturbi della pelle, disturbi intestinali…

Fattori di stress nocivi spesso rientrano in categorie quali difficili rapporti personali, pressione eccessiva a causa di scadenze e dei fattori tempo, ansia finanziaria, incapacità di comunicare sentimenti.

O ancora problemi di personalità (baricentro esterno, etc), incapacità di concentrarsi e vivere nel presente (il futuro o il passato dominano), drammatici cambiamenti di stile di vita etc.

Sindrome Generale di Adattamento

Quando lo stress è prolungato o ripetuto frequentemente possono avere inizio una serie di cambiamenti che fanno parte di ciò che è conosciuta come la Sindrome Generale di Adattamento.

Inizialmente i meccanismi di autoregolazione del corpo, che mantengono l’equilibrio interno, affrontano in modo adeguato gli episodi costanti di eccitazione, con tutti i cambiamenti che questi richiedono.

Dopo mesi o anni però, la capacità del corpo di adattarsi o affrontare adeguatamente sarà compromessa. Inizia così uno squilibrio e una rottura degli equilibri interni, subentra così la fase di esaurimento  prendendo il posto della fase di adattamento.

I segni di stress si manifestano con varie problematiche.

Se nulla di positivo viene fatto durante la fase di esaurimento si determinerà il crollo finale dell’individuo.

Postura e disfunzioni ossee

Cosa è che determina la “rottura” di una parte del corpo sotto uno stress prolungato?

La domanda è provocatoria, in effetti non si può isolare il corpo dall’unità psico emozionale che lo compone.

Cos’è che determina la rottura di un Essere Umano?  Profonda demotivazione, carenza di autostima, educazioni familiare restrittive indotte dalla nascita, condizionamenti sociali, isolamento della società.

Questi i fautori di sentimenti di auto svalutazione e auto destrutturanti, causa di demineralizzazione e fragilità scheletrica.

Esistono nelle persone aree o segmenti della colonna vertebrale che sono anormali in almeno uno di questi tre modi:  aree possono essere ipersensibili alla pressione, aree limitate nella mobilità (movimento) o asimmetriche (fuori posizione).

Tali cambiamenti sono comuni anche in persone apparentemente sane.

Stress e attitudini posturali sono strettamente correlati e discipline come l’osteofluidica possono ovviare e migliorare i fattori negativi ad essi connessi. Questa disciplina agisce in maniera ottimale su problemi legati alla postura.

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STRESS POST TRAUMATICO – LE FERITE INVISIBILI

STRESS POST TRAUMATICO – LE FERITE INVISIBILI

Le emozioni vissute e le reazioni che le accompagnano in alcuni casi sono così intense che le parole non bastano a descriverle: occorre scendere nell’io profondo e curarne le ferite.
Il disturbo da stress post-traumatico può essere collegato a un’esperienza isolata, come ad esempio: un incidente, un incendio, una violenza fisica o un’aggressione-stupro, un disastro naturale, un incidente aereo, un incidente sul lavoro o domestico, una serie di eventi passati o presenti come molestie sessuali (lavoro o famiglia).
Oppure, come di questi tempi, una Pandemia. C’è una memoria tissutale del trauma accompagnata da una memoria traumatica psico-emotiva quasi illimitata. Il Trauma è sempre accompagnato da una reazione psicologica conscia e inconscia.
L’associazione Global Salus Formazione Evolutiva affronta l’argomento con un incontro sul tema STRESS POST TRAUMATICO – LE FERITE INVISIBILI.
La conferenza, che vedrà come relatore l’osteopata Fabio Rizzo si svolgerà in osservanza delle regole di sicurezza anti-Covid domenica 11 ottobre alle ore 20,30 nella  Sala Santa Croce in Via Spolverini 4/c. La partecipazione è gratuita.
Posti a esaurimento, prenotazione obbligatoria 800824612info@osteopatiafluidica.com.
Fabio Rizzo è Osteopata, kinesiologo, Massofisioterapista. Si specializza  in Francia (Montpellier Toulon ed Evian ), in Osteopatia Fluidica, Kinesiologia, Osteogenealogia e in Osteodouce (OsteoQuantica). Ha condotto un approfondito studio sul Movimento Respiratorio Primario (MRP) e sull’ Energetica Fluidica, limitante il potenziale dell’essere umano. Conduce seminari di formazione in Osteofluidica Cranio Sacrale nella sua scuola a Parma.
Barriere fluidiche: cosa sono? Che effetto hanno sul corpo?

Barriere fluidiche: cosa sono? Che effetto hanno sul corpo?

La disciplina Osteofluidica Cranio Sacrale si basa sul portare l’essere umano ad abbattere le barriere fluidiche che si creano all’interno del suo corpo. Aiutandolo, appunto, a riconquistare la sua flessibilità adattiva.

Spesso si immagina che le zone del corpo che si conoscono e si studiano sui libri, siano in qualche modo divise e che lavorino in maniera indipendente. La verità è che le varie parti del fisico vivono tutte in costante collegamento, dalla testa ai piedi, dall’interno all’esterno.

Ciò che crea questo grande legame è appunto il passaggio dei fluidi corporali, che spesso può venire interrotto dalle barriere fluidiche.

Vediamo cosa sono e in che modo possono manifestarsi.

Barriere fluidiche: che cosa sono

I tre maggiori fluidi corporali che permettono al corpo di vivere, e ai suoi componenti di comunicare, sono:

  • il sangue;
  • la linfa;
  • il liquido cerebro-spinale.

Nel momento in cui il fisico, la psiche o la parte emozionale subiscono un trauma, vengono a crearsi delle tensioni all’interno del corpo. Tali tensioni possono manifestarsi come dei nodi di tensione muscolari, ma anche come ristagni linfatici oppure della normale circolazione sanguigna.

Queste sono definite appunto ‘barriere fluidiche’. Come se all’interno del corpo si innalzassero improvvisamente dei muri che non permettono più ai fluidi di circolare liberamente. A lungo andare, a causa dei tanti traumi accumulati, le barriere diventano sempre più numerose e sempre più resistenti, fino al punto di imporre dei veri e propri “stop”, somato-psichici.

Il modo di muoversi, così come il modo di pensare o di vivere di un individuo, sono conseguenze di tutto ciò che egli ha vissuto durante la sua intera esistenza. La presenza delle barriere fluidiche, comporta spesso il sentirsi intrappolati in qualcosa che non si sa nemmeno cosa sia.

Le conseguenze e il ruolo dell’Osteofluidica Cranio Sacrale

I traumi che si subiscono nella vita sono talmente numerosi che è praticamente impossibile non “cadere nella trappola”.

Dal momento in cui si nasce, lo stesso parto è un trauma. Perché porta appunto ad essere tirati fuori da quella sfera di sicurezza e protezione che era il grembo materno. E il fatto che non si ha memoria di quei tempi non significa che non comportino delle conseguenze, perché saranno comunque sempre impressi nel cervello limbico, sede delle emozioni.

Da allora in poi, ogni trauma fisico (come un incidente) o psichico (come una grande delusione o un rifiuto), porta alla nascita delle barriere fluidiche. Ovvero, a dei blocchi mentali e corporali che impediscono di vivere in maniera libera e consapevole.

I trattamenti di osteofluidica possono avere un grande ruolo nell’aiutare l’individuo a riconquistare questa libertà. I professionisti della disciplina, in molti paesi riconosciuta come metodo clinico, sono in grado di individuare i punti in cui si concentrano le barriere fluidiche.

Dopodiché, intervengono stimolando dolcemente i dinamismi di motilità che col tempo sono stati bloccati dai traumi subiti.

L’Osteofluidica Cranio Sacrale, conosciuta anche come terapia informazionale fluidica, agisce lavorando sulla colonna vertebrale sull’asse cranio sacrale, principalmente stimolando linee energetiche presenti sull’osso sacro, studiate e sperimentate a lungo da Maurice Poyet, padre del metodo .

Dall’osso sacro l’organismo è in grado di far reagire ogni vertebra, dal coccige al cranio, e di restituire al corpo e alla mente l’energia e l’equilibrio necessari per riconquistare la propria libertà.

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Stanchezza? Aumenta vitalità ed energia

Stanchezza? Aumenta vitalità ed energia

Come aumentare vitalità ed energia a discapito della stanchezza? Mangiando tanta frutta biologica e di stagione e assumendo molti liquidi!

Tutti noi attraversiamo periodi di stress e di ansia, e paradossalmente è proprio in questi  periodi  che la nostra dieta si impoverisce e non facciamo abbastanza attività fisica.

Gli effetti cumulati di molteplici fattori stressanti contribuiscono a creare un carico globale di affaticamento al sistema immunitario. Che può avere serie implicazioni fisiche ed emotive.

La combinazione di una dieta troppo ricca di carboidrati raffinati e di stimolanti (caffeina, alcol o nicotina), accompagnata da una vita caratterizzata da stress emotivi, è un mix perfetto per soffrire di stanchezza.

Ma proprio perchè l’esaurimento delle energie è da imputare così spesso alle nostre scelte sbagliate, anche la possibilità di recupero dipendono da noi.

Stanchezza: tutto parte dell’alimentazione

È una sfida impegnativa. Le cellule devono essere ben nutrite se vogliamo sentirci pieni di energia. Ben nutrite qualitativamente evitando quindi alimenti di tipo industriale o a lunga conservazione poveri di vitalità e prediligendo alimenti freschi. Possibilmente biologici in quanto più vitali energeticamente.

Introdurre la giusta quantità di acqua è fondamentale per favorire vitalità ed energia contro stanchezza per il nostro benessere fisico. Il modo migliore è bere a parecchie riprese durante la giornata: uno o due bicchieri appena alzati, e poi circa un’ora prima dei pasti sempre a temperatura ambiente.

In inverno, quando la maggior parte di noi fa fatica a consumare la giusta quantità di acqua, provate a bere alcune tazze di acqua calda con una fetta di limone. Il modo migliore di iniziare la giornata senza stanchezza è, dopo un pò di attività fisica, fare una  buona colazione.

Il pranzo deve includere verdure, una piccola quantità di proteine e frutta. Un’insalata con tonno, verdure stufate e riso integrale, un piatto di hummus, e così via.

E’ possibile assimilare diversi tipi di proteine animali?

Un errore da evitare è sovrapporre nello stesso pasto due tipi diversi di proteine animali. Ad esempio, il prosciutto e il formaggio, il salmone affumicato con la panna acida, o gli hamburger sormontate dalle uova.

Le proteine animali, per essere digerite, hanno bisogno di tempo e di energie. Cercate di incorporare ogni giorno un’adeguata quantità di acidi grassi essenziali fondamentali per il funzionamento delle cellule.

Essi si dividono in due categorie:

  • gli omega 3 che si trovano concentrati nei pesci (salmone, sgombri e sardine) oltre che nei semi di lino, nei fagioli di soia e nell’olio di semi di zucca;
  • gli omega 6 che si trovano negli oli di cartamo, girasole, sesamo, soia, senape e mais.

Come affrontare il calo di energie a metà pomeriggio?

Assicuratevi di essere ben idratati .Se sentite bisogno di mangiare per recuperare energie: una manciata di mandorle o di semi, uno yogurt, un frutto o un centrifugato di verdure.

La cena ideale dovrebbe comprendere una grande quantità di verdure e una mezza porzione di proteine.

Cercate di mangiare il meno possibile la carne rossa, privilegiate fagioli, legumi,pesce e pollo e aggiungete qualche carboidrato complesso come riso integrale, pasta, quinoa e miglio. Il dessert evitatelo.

Stanchezza: come possiamo calmarci abbastanza da raggiungere chiarezza, acutezza e vivacità mentale?

Abbiamo bisogno di far tacere quell’ incessante lavorio mentale che ci impedisce di rilassarci del tutto, E che ci porta ogni notte a rigirarci inquieti nel letto perdendo sonno prezioso. Rilassatevi.

Tutto quello di cui avete bisogno è trovare dieci minuti al giorno per sedervi in tranquillità e distendere la vostra mente.

Meditare è straordinariamente utile, provare per credere.

Non dimentichiamo comunque di fare esercizio fisico anche solo fare le scale anzichè prendere l’ascensore ha effetti sorprendenti se fatto in modo regolare, è fondamentale per sentirsi in forma.

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Osteofluidica: che cos’è e cosa cura

Osteofluidica: che cos’è e cosa cura

L’osteofluidica è un metodo terapeutico informazionale ideato da Maurice Poyet, osteopata e kinesiologo francese. Egli sosteneva che qualsiasi cosa accadesse di fisico, mentale ed emozionale nella vita di una persona, il corpo rispondesse e reagisse interamente, come fosse un tutt’uno.

Per questo motivo, sentii la necessità di studiare a fondo i dinamismi di motilità fluidici craniali già intuiti e sperimentati da W.Shuterland estendendoli nella sua ricerca a tutte le ossa del corpo dell’individuo.

Egli creò una nuova tipologia di trattamento, che in Francia divenne metodo clinico, per ascoltare i movimenti intrinseci dei fluidi corporali. Con lo scopo di risvegliare l’energia intrappolata e permettere alla persona di ritornare a vivere in maniera libera, autonoma e consapevole.

Osteofluidica: l’innovativo metodo di Poyet

Gli studi e le ricerche di Poyet nascono durante la Guerra di Indocina. La sua idea di collegamenti energetici, si sviluppò In quel periodo, in quanto mentendo sulla sua reale età riuscì a farsi arruolare come infermiere, fu in quel frangente che poté imparare sul campo i principi della Medicina Tradizionale Cinese, applicati da medici anziani per recare sollievo ai militari.

Rimase così affascinato dalla possibilità di intervenire sul corpo in una maniera totalmente nuova rispetto ai canoni tradizionali. Al punto tale che decise di dedicarsi totalmente allo studio e alla creazione di specifici trattamenti innovativi sul corpo umano che, legando l’osteopatia alla Medicina Cinese, mettessero al primo posto l’energia.

Così nacque l’osteofluidica, un nuovo metodo di intervento informazionale sul corpo, che non pretende di ottenere per forza degli effetti terapeutici. Ma che si concentra sull’armonizzare i flussi di energia che circolano costantemente all’interno del corpo umano. E che permettono all’individuo, attraverso un percorso curativo totalmente indolore, di auto-guarirsi dai traumi subiti.

A cosa serve e quando è indicata

I trattamenti di osteofluidica, a differenza di quelli tradizionali osteopatici, non comprendono quindi un intervento “brusco” e meccanico sul corpo. Bensì, prevedono un tipo di approccio leggero e delicato, che mira ad ascoltare il movimento fluidico dell’energia.

L’osteopata specializzato in questa disciplina innovativa, è in grado di sentire i flussi energetici, e di comprendere se questi sono stati interrotti da barriere di protezione fluidiche. Tali barriere fluidiche si formano nel momento in cui l’individuo subisce dei traumi, che siano questi fisici oppure psichici.

Secondo l’osteofluidica, ogni volta che l’essere umano subisce un evento particolarmente toccante, tutto ciò va a colpire la sua persona globalmente.

L’energia che prima scorreva normalmente attraverso il sangue, la linfa e il liquido cerebro-spinale, si blocca come per creare una “anestesia di conforto”. A lungo andare, se non si esegue uno specifico trattamento di rivitalizzazione e ripristino energetico globale, si manifesteranno sempre più disfunzioni per l’individuo. Sia a livello di malessere psichico, sia a livello di dolore fisico.

L’osteofluidica è in grado quindi di riassestare i naturali movimenti fluidici dell’energia, portando l’individuo quasi ad un nuovo “risveglio” somatopsichico. Dopo ogni seduta, egli si sentirà sempre più presente e cosciente nella mente e nel corpo. Riprenderà consapevolezza delle sue potenzialità e imparerà a metabolizzare meglio l’ansia e lo stress.

I trattamenti di osteofluidica sono consigliati per la cura di dolori fisici. Alcuni di questi sono: sciatiche, lombalgie, lussazioni, traumi sportivi, slogature, sinusiti, emicranie, dolori mestruali. Tale metodo è indicato anche per le donne in gravidanza e per i bambini. Non presenta alcuna controindicazione.

Foto di Kai Miano da Pixabay

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