Gastroenterite: sintomi, cause, rimedi

Gastroenterite: sintomi, cause, rimedi

La gastroenterite è un’infiammazione che colpisce l’intestino e lo stomaco, e nella maggior parte dei casi è provocata dalla presenza di agenti batteriologici o virali. 

Esistono 3 tipologie di questo disturbo, che vengono definite in base alla durata dell’infezione. Se è acuta, di solito guarisce in pochi giorni, massimo 2 settimane. Se è persistente, tenderà a durare 2 settimane piene. Infine, il caso più grave è quando il disturbo diventa cronico, e continua a manifestare i sintomi per più di 30 giorni. 

Vediamo di seguito quali sono i sintomi, le cause e i rimedi per la gastroenterite.

Gastroenterite: i sintomi più comuni

Senza dubbio, i sintomi più comuni per chi soffre di gastroenterite sono la diarrea e il vomito. Quando l’infezione si introduce all’interno del corpo, generalmente resta asintomatica per un periodo di 24-72 ore. Per poi sfociare improvvisamente in sintomi bruschi, che si traducono appunto in frequenti episodi di vomito e diarrea. 

È possibile che il disturbo si manifesti unicamente con la diarrea, senza causare il vomito. C’è inoltre la possibilità che il corpo, nel tentativo di difendersi, sviluppi anche qualche linea di febbre. 

I vari sintomi che si possono riscontrare dipendono più che altro dalla quantità di agenti batteriologici ingeriti, ma cambiano anche in base alla predisposizione individuale del fisico. 

Oltre a vomito, febbre e diarrea, il disturbo provoca anche: 

  • Crampi addominali;
  • Meteorismo;
  • Inappetenza;
  • Borborigmi;
  • Disidratazione;
  • Sete eccessiva;

Le possibili cause

La gastroenterite, nella maggior parte dei casi, è provocata da un accidentale ingerimento di batteri o virus tossici. Questo può avvenire tramite l’assunzione di cibi o acqua contaminati, ma anche attraverso il contatto con altre persone infette. 

Di solito, analizzando questo tipo di disturbo, si può notare la presenza nell’intestino di virus o batteri di vario genere. Più raramente invece l’infezione può essere provocata da funghi e parassiti.

Tra i possibili virus, i più frequenti sono: 

  • Rotavirus (Campylobacter);
  • Norovirus (Clostridium difficile);
  • Adenovirus (Escherichia coli);
  • Astrovirus (Salmonella);
  • Calicivirus (Shigella).

È possibile che la causa dell’infezione sia data anche da cambiamenti improvvisi nello stile di vita e in quello alimentare. Ma c’è inoltre la probabilità che a provocare il disturbo sia stato lo scorretto utilizzo di antibiotici. O, più in generale, l’assunzione di qualsiasi fattore che abbia il potere di alterare l’equilibrio della flora intestinale. 

I rimedi naturali

Quando si inizia a soffrire di gastroenterite, è assolutamente necessario cercare di equilibrare l’idratazione dell’organismo. Infatti, per via dei frequenti episodi di forte diarrea, la conseguenza più gravosa alla quale si va incontro con questo disturbo è proprio la disidratazione. 

Si consiglia dunque di bere piccoli sorsetti d’acqua a poco a poco. Se esagerate con la quantità, stimolerete il vomito, che vi farà disidratare maggiormente. Evitate nella maniera più assoluta: 

  • Tè, caffè e succhi di frutta;
  • Bevande gassate e alcolici;
  • Latte e formaggi;
  • Cibi grassi o contenenti zuccheri.

Tra i rimedi naturali più efficaci che possono contribuire al percorso di guarigione potete provare: 

  • 1 bicchiere di acqua con succo di limone, da bere sempre a piccoli sorsi. È in grado di regolarizzare i normali valori della flora intestinale e di prevenire la diarrea;
  • Radice di zenzero, da masticare direttamente oppure da bere sotto forma di tisana (senza l’aggiunta di zucchero). Lo zenzero è tra i rimedi naturali più indicati per risolvere problematiche legate allo stomaco e all’intestino. Tra queste c’è anche la gastroenterite.

 

Foto di Gerd AltmannPixabay

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Barriere fluidiche: cosa sono? Che effetto hanno sul corpo?

Barriere fluidiche: cosa sono? Che effetto hanno sul corpo?

La disciplina Osteofluidica Cranio Sacrale si basa sul portare l’essere umano ad abbattere le barriere fluidiche che si creano all’interno del suo corpo. Aiutandolo, appunto, a riconquistare la sua flessibilità adattiva.

Spesso si immagina che le zone del corpo che si conoscono e si studiano sui libri, siano in qualche modo divise e che lavorino in maniera indipendente. La verità è che le varie parti del fisico vivono tutte in costante collegamento, dalla testa ai piedi, dall’interno all’esterno.

Ciò che crea questo grande legame è appunto il passaggio dei fluidi corporali, che spesso può venire interrotto dalle barriere fluidiche.

Vediamo cosa sono e in che modo possono manifestarsi.

Barriere fluidiche: che cosa sono

I tre maggiori fluidi corporali che permettono al corpo di vivere, e ai suoi componenti di comunicare, sono:

  • il sangue;
  • la linfa;
  • il liquido cerebro-spinale.

Nel momento in cui il fisico, la psiche o la parte emozionale subiscono un trauma, vengono a crearsi delle tensioni all’interno del corpo. Tali tensioni possono manifestarsi come dei nodi di tensione muscolari, ma anche come ristagni linfatici oppure della normale circolazione sanguigna.

Queste sono definite appunto ‘barriere fluidiche’. Come se all’interno del corpo si innalzassero improvvisamente dei muri che non permettono più ai fluidi di circolare liberamente. A lungo andare, a causa dei tanti traumi accumulati, le barriere diventano sempre più numerose e sempre più resistenti, fino al punto di imporre dei veri e propri “stop”, somato-psichici.

Il modo di muoversi, così come il modo di pensare o di vivere di un individuo, sono conseguenze di tutto ciò che egli ha vissuto durante la sua intera esistenza. La presenza delle barriere fluidiche, comporta spesso il sentirsi intrappolati in qualcosa che non si sa nemmeno cosa sia.

Le conseguenze e il ruolo dell’Osteofluidica Cranio Sacrale

I traumi che si subiscono nella vita sono talmente numerosi che è praticamente impossibile non “cadere nella trappola”.

Dal momento in cui si nasce, lo stesso parto è un trauma. Perché porta appunto ad essere tirati fuori da quella sfera di sicurezza e protezione che era il grembo materno. E il fatto che non si ha memoria di quei tempi non significa che non comportino delle conseguenze, perché saranno comunque sempre impressi nel cervello limbico, sede delle emozioni.

Da allora in poi, ogni trauma fisico (come un incidente) o psichico (come una grande delusione o un rifiuto), porta alla nascita delle barriere fluidiche. Ovvero, a dei blocchi mentali e corporali che impediscono di vivere in maniera libera e consapevole.

I trattamenti di osteofluidica possono avere un grande ruolo nell’aiutare l’individuo a riconquistare questa libertà. I professionisti della disciplina, in molti paesi riconosciuta come metodo clinico, sono in grado di individuare i punti in cui si concentrano le barriere fluidiche.

Dopodiché, intervengono stimolando dolcemente i dinamismi di motilità che col tempo sono stati bloccati dai traumi subiti.

L’Osteofluidica Cranio Sacrale, conosciuta anche come terapia informazionale fluidica, agisce lavorando sulla colonna vertebrale sull’asse cranio sacrale, principalmente stimolando linee energetiche presenti sull’osso sacro, studiate e sperimentate a lungo da Maurice Poyet, padre del metodo .

Dall’osso sacro l’organismo è in grado di far reagire ogni vertebra, dal coccige al cranio, e di restituire al corpo e alla mente l’energia e l’equilibrio necessari per riconquistare la propria libertà.

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Osteofluidica: che cos’è e cosa cura

Osteofluidica: che cos’è e cosa cura

L’osteofluidica è un metodo terapeutico informazionale ideato da Maurice Poyet, osteopata e kinesiologo francese. Egli sosteneva che qualsiasi cosa accadesse di fisico, mentale ed emozionale nella vita di una persona, il corpo rispondesse e reagisse interamente, come fosse un tutt’uno.

Per questo motivo, sentii la necessità di studiare a fondo i dinamismi di motilità fluidici craniali già intuiti e sperimentati da W.Shuterland estendendoli nella sua ricerca a tutte le ossa del corpo dell’individuo.

Egli creò una nuova tipologia di trattamento, che in Francia divenne metodo clinico, per ascoltare i movimenti intrinseci dei fluidi corporali. Con lo scopo di risvegliare l’energia intrappolata e permettere alla persona di ritornare a vivere in maniera libera, autonoma e consapevole.

Osteofluidica: l’innovativo metodo di Poyet

Gli studi e le ricerche di Poyet nascono durante la Guerra di Indocina. La sua idea di collegamenti energetici, si sviluppò In quel periodo, in quanto mentendo sulla sua reale età riuscì a farsi arruolare come infermiere, fu in quel frangente che poté imparare sul campo i principi della Medicina Tradizionale Cinese, applicati da medici anziani per recare sollievo ai militari.

Rimase così affascinato dalla possibilità di intervenire sul corpo in una maniera totalmente nuova rispetto ai canoni tradizionali. Al punto tale che decise di dedicarsi totalmente allo studio e alla creazione di specifici trattamenti innovativi sul corpo umano che, legando l’osteopatia alla Medicina Cinese, mettessero al primo posto l’energia.

Così nacque l’osteofluidica, un nuovo metodo di intervento informazionale sul corpo, che non pretende di ottenere per forza degli effetti terapeutici. Ma che si concentra sull’armonizzare i flussi di energia che circolano costantemente all’interno del corpo umano. E che permettono all’individuo, attraverso un percorso curativo totalmente indolore, di auto-guarirsi dai traumi subiti.

A cosa serve e quando è indicata

I trattamenti di osteofluidica, a differenza di quelli tradizionali osteopatici, non comprendono quindi un intervento “brusco” e meccanico sul corpo. Bensì, prevedono un tipo di approccio leggero e delicato, che mira ad ascoltare il movimento fluidico dell’energia.

L’osteopata specializzato in questa disciplina innovativa, è in grado di sentire i flussi energetici, e di comprendere se questi sono stati interrotti da barriere di protezione fluidiche. Tali barriere fluidiche si formano nel momento in cui l’individuo subisce dei traumi, che siano questi fisici oppure psichici.

Secondo l’osteofluidica, ogni volta che l’essere umano subisce un evento particolarmente toccante, tutto ciò va a colpire la sua persona globalmente.

L’energia che prima scorreva normalmente attraverso il sangue, la linfa e il liquido cerebro-spinale, si blocca come per creare una “anestesia di conforto”. A lungo andare, se non si esegue uno specifico trattamento di rivitalizzazione e ripristino energetico globale, si manifesteranno sempre più disfunzioni per l’individuo. Sia a livello di malessere psichico, sia a livello di dolore fisico.

L’osteofluidica è in grado quindi di riassestare i naturali movimenti fluidici dell’energia, portando l’individuo quasi ad un nuovo “risveglio” somatopsichico. Dopo ogni seduta, egli si sentirà sempre più presente e cosciente nella mente e nel corpo. Riprenderà consapevolezza delle sue potenzialità e imparerà a metabolizzare meglio l’ansia e lo stress.

I trattamenti di osteofluidica sono consigliati per la cura di dolori fisici. Alcuni di questi sono: sciatiche, lombalgie, lussazioni, traumi sportivi, slogature, sinusiti, emicranie, dolori mestruali. Tale metodo è indicato anche per le donne in gravidanza e per i bambini. Non presenta alcuna controindicazione.

Foto di Kai Miano da Pixabay

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