Cervicale: cause, liberazioni e tecniche di Osteofluidica (Guida Completa)

Cervicale: cause, liberazioni e tecniche di Osteofluidica (Guida Completa)

Per le problematiche di cervicale la cosa più importante, prima di entrare specificatamente nel l’equilibrio vertebrale in se stesso, è la normalizzazione della muscolatura del collo e la liberazione della parte linfatica retro-clavicolare.

Questo permetter di poter avere un successo duraturo per quello che riguarda la possibilità di tenuta della correzione. Se vuoi approfondire l’argomento, ti consigliamo di leggere anche “Osteofluidica e Sintomi del dolore cervicale”.

Di seguito vi proponiamo un focus sui problemi legati alla cervicale, cause e rimedi olistici.

Cervicale: le cause

I problemi di cervicale quasi mai provengono dal collo in se stesso (tratto cervicale del rachide), perché esso  è una via di mezzo di passaggio tra la mandibola ed il diaframma.

Per cui, normalmente, quella che è una via di mezzo è perturbabile sia da stati emotivi (che possono contrarre il diaframma toracico che è un muscolo di grande stress e di contenimento e gestione emozionale) come è altresi perturbabile anche da un tampone di contenimento dello stress mandibolare (che può essere quello masticatorio).

Per cui serrare la mandibola, tacere, trattenere, può irrigidire la muscolatura dello sterno cledo-mastideo, interessando sul medio lungo periodo i muscoli accessori della respirazione gli scaleni.

Questi muscoli se riscontrati essere in lesione fluidica è possibile armonizzarli  fisiologicamente  riportando in essere la motilità  intrinseca (modalità 3D) una modalità di liberazione induttiva ed omeopatica ( informazionale) in grado di rilanciare il dinamismo bloccato.

Le verifiche e le liberazioni

La verifica della implicazione dello scaleno anteriore in caso di cervicalgia, va eseguita attraverso una indagine palpatoria  in principio per apprezzarne la consistenza e controllarne con il tatto il grado di tensione.

Poi si passerà alla verifica del secondo scaleno mediano, terzo scaleno posteriore, verifica dei trapezi, in modo da poter verificare la tensione e la libertà pulsatile o meno, intervenendo nel caso fosse necessario con un rilancio delle loro possibilità di normalità fisiologica.

Gli interventi possono essere eseguibili sia in modalità kinesiologica (tonificazione-dispersione -3D) oppure con una tecnica energetica V-spread collocando un polo emettitore di energia biologica Yang (3 dita)  posteriormente sul trapezio e anteriormente sotto-clavicolare (Punti Rn 27-P 2).

In modo da poter veicolare un’energia dal basso verso l’alto che permetta di ottenere il ripristino del movimento fisiologico alternativo spontaneo.

In questo caso l’aiuto della respirazione della persona,  permetterà di localizzare il respiro tra le nostre mani e sarà utile per velocizzare il ritorno della presenza di pulsazione spontanea alternativa anteriore-posteriore.

Successivamente bisognerà verificare ed eventualmente liberare il platisma, l’insieme della muscolatura più superficiale del collo.

Eseguendo una leggera rotazione del collo ed una delicata trazione bi-manuale con appoggio retro clavicolare si valuta la sua rigidità.

Nel caso si dovesse intervenire, lo stretching della nuca con una presa sub occipitale e una spinta progressiva distensiva nella regione retro clavicolare. Assistita dalla respirazione della persona, permetterà di poter far arrivare la pulsazione profonda semaforo verde di conferma del ripristino della motilità pulsatile.

La palpazione del collo per aree collegate alle cervicali inferiori, mediane o superiori e la loro eventuale liberazione, sarà utile dopo aver eseguito questo tipo di liberazione dei muscoli superficiali.

La verifica delle tensioni muscolari, possibili proiezioni di disequilibrio delle vertebre cervicali, sarà trattabile all’occorrenza con la tecnica V-spread.

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Troverete un video informativo in cui Fabio Rizzo ci illustrerà il suo punto di vista sui problemi legati alla cervicale.

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Anima Gemella: gli amori evolutivi (accidentali e occasionali) – [Parte 2]

Anima Gemella: gli amori evolutivi (accidentali e occasionali) – [Parte 2]

Esistono amori evolutivi, del tutto accidentali, che non avvengono ‘di necessità’ ma per scelta.

L’esperienza con l’AG, quando capita, si impone, sia che noi l’accogliamo con leggerezza sia che noi ne rifuggiamo, ‘deve’ capitare, deve per lo meno presentarsi, manifestarsi e poi starà a noi scegliere come viverla.

Sarà comunque un rapporto, realizzato o solamente ‘sentito’, epocale.

Se ti sei perso la prima puntata della nostra rubrica “Anima Gemella: una questione di vibrazioni!”, puoi trovarla di seguito.

“Anima Gemella: il Karma d’amore – [Parte 1]”.

Gli amori accidentali

Quelli che io qui indico come ‘amori accidentali’ sono incontri, più o meno intimi, che portano a una maggiore comprensione e conoscenza di noi e del mondo, che ci aiutano offrendoci una prospettiva diversa sulle nostre problematiche.

Se si realizzano in qualche modo ovviamente la conoscenza ne giova perché tramite l’amore si sperimenta sempre un’accelerazione e l’amore, l’adesione al maestro, chiunque esso sia, è il più potente e a mio parere l’unico ponte verso la conoscenza.

Dal momento che ogni relazione intima, anche di amicizia e perfino lavorativa, ci offre uno specchio delle modalità della nostra personalità, anche questi ‘compagni accidentali’ riflettono ciò che noi stessi siamo, seppure in modo meno profondo dell’AG, e ci offrono insieme all’esperienza dell’altro da noi quella, forse ancora più preziosa, di noi stessi nell’altro.

Si tratta di incontri evolutivi, AG anch’esse, se vogliamo, ma situate decisamente ai margini della nostra famiglia animica.

Il partner condividerà gli stessi vostri livelli vibrazionali e ovviamente anche la medesima tipologia energetica, sarà molto carente nei chakra per noi più problematici e condividerà le stesse nostre ferite non risolte, anche se nessuno dei due ne è consapevole, in una parola condividerà le nostre stesse nevrosi e in alcuni casi la coppia che si viene a formare non è tra due AG ma tra due nevrosi gemelle.

La mancanza di consapevolezza accresce la sofferenza, l’intolleranza e il ricadere di necessità sempre nelle medesime dinamiche distruttive. La coppia, tirando un sospiro di sollievo e uno di dolore, si scioglie.

I diversi tipi di amori

Gli amori accidentali non contemplano in genere esperienze con anime già conosciute in vite precedenti, non sono così cruciali a livello evolutivo e rivelatrici delle proprie dinamiche interiori profonde. Rappresentano delle esperienze di assaggio, di sperimentazione, utili e frequenti all’inizio del proprio percorso evolutivo.

In seguito si è in grado di godere appieno dei rapporti sociali senza disperdere le energie in relazioni sentimentali incomplete e conflittuali e si ha la ‘grazia’ di incontrare solo AG.

Gli amori occasionali non capitano più, non si fanno più le cose a caso o impulsivamente, ma con consapevolezza e per necessità, per andare passo dopo passo, con i compagni giusti verso la nostra realizzazione.

Gli amori impossibili sono invece esperienze di livello più alto, che producono grande espansione ed accelerazione.

FINE SECONDA PARTE

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Ci ritroveremo Domenica prossima con la terza puntata di “Anima Gemella: una questione di vibrazioni”.

Parleremo di amori impossibili e ci concentreremo sul dislivello vibrazionale che c’è tra noi e questo tipo di amore.

To be continued…

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Osso Sacro: perché si chiama così? Qual è la sua funzione?

Osso Sacro: perché si chiama così? Qual è la sua funzione?

L’Osso Sacro occupa il penultimo tratto della colonna vertebrale, ed è per l’appunto un osso. Impari e asimmetrico, è posizionato tra le ossa iliache al di sotto della colonna lombare.

Le funzioni che svolge sono principalmente due, ovvero protezione e supporto.

Per quanto riguarda la prima, l’osso sacro si occupa di fornire protezione al tratto sacrale del midollo spinale. L’altra invece consiste nel dare supporto alla parte superiore del nostro corpo ed aiutarla a reggere il peso (della testa e del tronco).

Insieme alle ossa del bacino forma la “cintura pelvica”, in grado di sostenere gli arti inferiori.  Inoltre, l’Osso Sacro rappresenta la porta d’accesso al mondo degli istinti e verso una dimensione più elevata.

Se ti interessa l’argomento e vuoi approfondire i trattamenti di Osteofluidica sull’asse cranio-sacrale, ti invitiamo a leggere anche “Osteofluidica Cranio Sacrale: l’osso sacro”.

Di seguito vi spiegheremo da cosa deriva il suo nome strano e misterioso, la sua importanza e soprattutto cosa rappresenta per l’Osteopatia e la Medicina Tradizionale Cinese.

Osso Sacro: le teorie sull’origine del nome

Secondo alcuni, il termine “Osso Sacro” deriva dal greco “hiéron ostéon”, che significa per l’appunto sacro ma anche largo, grande.

Il primo ad utilizzare questo termine è stato Ippocrate (considerato il padre della Medicina come disciplina e professione).

Secondo molti altri invece, quest’osso venne chiamato “Sacro” per la sua funzione di protezione dei genitali femminili, dai Greci considerati “generatori di vita”.

La cultura orientale e l’Osteofluidica

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese e l’Osteofluidica, nell’Osso Sacro (e nel coccige) è contenuta l’energia vitale che determina il desiderio e la potenzialità di una persona di vivere il mondo reale, materiale.

E’ proprio nella articolazione tra il Sacro ed il Coccige che si ritiene riposi e abbia sede la Kundalini, una sorta di serpente arrotolato.

L’energia, una volta stimolata, segue un percorso in salita “serpentino”: si muove quindi verso l’alto seguendo il percorso della nostra colonna fino al punto più alto della nostra testa, esattamente dove da piccoli avevamo la “fontanella” aperta e quindi super-connessa con l’energia dell’universo.

Quando l’energia circola senza restrizioni (in maniera fluida) dal Coccige attraverso l’Osso Sacro, e tramite la colonna vertebrale fino al cranio, la persona vivrà in completa armonia con sé stessa e con la natura che la circonda.

L’equilibrio energetico del tratto sacrale corrisponde perfettamente all’equilibrio psico-fisico di un individuo, quindi se non ci sono blocchi energetici o barriere fluidiche, l’individuo potrà godere un esistenza fisica ed energetica stabile e armoniosa.

Vi consigliamo di porre particolare attenzione all’Osso Sacro e cercare di evitare eventuali traumi ad esso collegati.

Anche una caduta accidentale potrebbe mettervi a serio rischio. Perché a parte il forte dolore che sentirete nella zona sacrale, rischiate anche il blocco delle interconnessioni energetiche fluidiche Cranio Sacrali tra Coccige ed Etmoide e tra Osso Sacro e Sfenoide.

Con conseguenti ripercussione sulla Sinfisi sfeno-basilare rappresentante “in alto” dell’articolazione sacro coccigiana “in basso” ( cit. come in alto cosi in basso) con ripercussioni fino ai Sinus frontali-mascellari- etmoidali ai muscoli del collo, rigidità nelle articolazioni, con progressiva riduzione di mobilità.

L’Osteopata Fluidico è in grado in due sole sessioni di regolarizzare le ripercussioni anche croniche e di normalizzare gli effetti del trauma anche se avvenuto distante nel tempo.

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Lesioni Fluidiche: Vivere senza Stress e Strains!

Lesioni Fluidiche: Vivere senza Stress e Strains!

Le lesioni fluidiche sono causate principalmente dallo stress?

Innanzitutto oggi parlare di stress è divenuta quasi una moda, perdendo così il significato originale del concetto.
Stress significa banalmente stimolo, il quale si presenta sotto diverse forme e con diversi effetti dipendenti dalla sua origine, che può essere esogena o endogena.

Se il termine si riferisce a uno stimolo, la persona stressata sarà solamente una persona soggetta a una sovra stimolazione, rispetto al suo regime di tolleranza (che è estremamente soggettiva).

Questo stato dell’essere genera un malessere generalizzato nell’individuo, il quale può, anche non esserne consapevole. Riducendo così la sintomatologia a fattori casuali, e va detto che molto in tali circostanze, dipende anche dall’inclinazione caratteriale del soggetto.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche “Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile“.

Lesioni Fluidiche e Stress spiegati da Fabio Rizzo

I problemi di lesioni fluidiche sono collegati a diversi fattori, possono essere esterni (traumatici), e interni (emozionali).

Il corpo all’interno della parte strutturale ha una interfaccia composta da fluidi, che sono la linfa, il sangue e il liquido cefalo-rachidiano.

Quando riceviamo un impatto stressante dall’esterno (psichico-emozionale o fisico poco importa) il corpo attiva bio-logicamente dappertutto delle “barriere fluidiche” ad auto-protezione del proprio sistema. Che rimangono attive ed efficaci fino a quando non verranno opportunamente disattivate.

Hans Selye, medico austro-canadese, conia per primo già nella metà degli anni ’50 del secolo scorso la parola “stress” definendolo “una sollecitazione fatta al nostro organismo (sollecitazione aggressiva o non) alla quale sia possibile o meno adattarsi e alle quali sia possibile o impossibile rispondere”.

Egli definì “Sindrome Generale di Adattamento” quelle risposte che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor. Quali stimoli fisici (fatica), mentali (impegno lavorativo), sociali o ambientali (obblighi o richieste dell’ambiente sociale).

Esse sono delle risposte di congelamento, Selye evidenziò per primo la risposta intima di sensazioni inibitrici provenienti da condizionamenti esterni. In grado di produrre allarme-resistenza-esaurimento tensioni e rigidità che egli chiamò strains.

Il termine stesso “Stress” si coniugò nell’uso comune perfettamente con il termine “Strain” divenendo per gli anglosassoni un’unica parola, Stress and Strains.

Questa risposta di tipo “mammifera” di congelamento è un sistema di auto protezione che nel lungo periodo purtroppo fa divenire l’esistenza una “sopravvivenza”.

Una differenza sostanziale tra una persona che vive senza Strains e chi pur non sapendo di viverli li vive, risiede nel vissuto intimo, nella percezione della gioia di vivere e libertà creativa. Una sensazione di assenza da costrizioni e libertà dal dover essere in “reazione” e in “allarme” permanente, percezioni esattamente tipiche di chi è “costretto” a vivere sotto Strains.

Conclusioni

Arrivati a questo punto, avete sicuramente capito cosa sono le lesioni fluidiche, e perché è cosi importante armonizzare le barriere fluidiche per poter ripristinare la corretta circolazione dei fluidi corporei.

Ora non vi resta che provare, su voi stessi, i benefici dell’osteofluidica che vi rigenererà completamente sia la mente che il corpo.

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Pubalgia: cause, sintomi e rimedi fluidici

Pubalgia: cause, sintomi e rimedi fluidici

La Pubalgia è una problematica che interessa l’area del pube e diverse zone dell’inguine. Si tratta una lesione molto comune tra chi pratica sport, tanto da essere chiamata anche “l’ernia dello sportivo”.

Non rappresenta nulla di grave, ma a lungo andare (e soprattutto se non curata) potrebbe provocare dolore anche stando fermi o seduti. Vi informiamo però che è possibile recuperare anche dopo un paio di giorni, nonostante la pubalgia può durare anche fino a 8 settimane.

Quindi va bene non spaventarsi, non è una problematica grave, ma meglio comunque non prenderla alla leggera. Altrimenti rischiate di rimanere a riposo più del dovuto o, nel peggiore dei casi, farla diventare cronica.

Se ti interessano i trattamenti fluidici per dolori, traumi, contusioni, leggi anche “Cervicalgia: ecco gli esercizi da svolgere”.

Di seguito vi indichiamo le cause della pubalgia, i sintomi comuni e come agire con trattamenti di Osteofluidica.

Pubalgia: le cause e i trattamenti

Le cause della Pubalgia possono essere attribuite a diversi fattori. Può essere causata da un disassamento del bacino e della sinfisi pubica, da una eventuale tendinopatia, una nevralgia o anche da una restrizione del diaframma pelvico. Può originare da pregressi traumi a carico del ginocchio, della caviglia oppure da alterazioni della lordosi della colonna vertebrale.

Certi disturbi che molto frequentemente vengono confusi con la pubalgia sono: Ernie (inguinali, crurali) Contratture muscolari, nevralgie dei testicoli o delle strutture circostanti.

Più comunemente però, la pubalgia si manifesta a causa di sovraccarichi muscolari e quindi in seguito a sforzi intensi. Continuare ad allenarsi fisicamente nonostante aver notato alcuni fastidi, può portarvi a questa lesione. Insomma, per evitarla sarà meglio gestire e dosare il carico di lavoro quotidiano.

Infine, anche allenarsi ad alta intensità senza aver prima seguito il giusto riscaldamento muscolare, può portare alla comparsa della pubalgia.

Uno dei migliori trattamenti per curare la pubalgia, nonché il più comune, è il riposo. Vi basterà infatti riposarvi e non compiere sforzi muscolari prolungati. Ci teniamo a precisare però che le tempistiche di guarigione completa rischiano di allungarsi notevolmente.

Un’alternativa possono essere gli analgesici, ma segnaliamo che a lungo andare potrebbero però risultare dannosi.

Infine, un trattamento di Osteofluidica è forse l’ideale per curare rapidamente e in maniera ottimale questa problematica. E nel prossimo paragrafo vi spieghiamo il perché.

Rimedi Fluidici

Uno specifico trattamento di Osteofluidica potrebbe essere la soluzione ai vostri problemi di pubalgia. Attraverso l’osservazione e precise tecniche palpatorie, l’osteopata fluidico sarà in grado di risalire all’origine del dolore.

Ovvero saprà dirvi con precisione le cause che hanno portato alla comparsa di questo fastidio muscolare.

Dopodiché, il professionista sbloccherà i fluidi energetici nella zona interessata e predisporrà il vostro corpo per le giuste condizioni di ripresa.

Inoltre, provvederà con consigli mirati anche a farvi prevenire nuovi fastidi muscolari o lesioni, dandovi le giuste indicazioni sul comportamento posturale da tenere. A lungo andare diminuirete le possibilità di rischio legate a traumi, lesioni, fastidi e disturbi muscolari.

La saggezza si basa sul fare tesoro di ogni esperienza, fermarsi dal chiedere troppo al proprio corpo un metro prima di essere costretto a farlo, potrebbe essere un ottimo approccio per evitare la recidiva.

Foto di Ben Kerckx da Pixabay

 

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