Crampi alle gambe: cause, sintomi, rimedi

Crampi alle gambe: cause, sintomi, rimedi

I crampi alle gambe rappresentano un disturbo molto comune sia tra gli sportivi che non. Si tratta di una contrazione involontaria della muscolatura striata, ovvero tutti quei muscoli attaccati alle ossa che principalmente per il nostro corpo svolgono una funzione di “movimento”.

I muscoli scheletrici, conosciuti anche come muscoli striati, sono fasci di lunghe fibre contenenti molte paia di microfilamenti proteici che funzionano come delle “chiusure lampo” chimiche.

In caso di crampo, il muscolo in questione si immobilizza e provoca delle fitte intense e molto dolorose. Spesso compaiono anche in piena notte, svegliandoci all’improvviso.

Le cause di questo disturbo sono di varia natura, spesso sono da imputare a sforzi muscolari eccessivi (affaticamento fisico), eccessiva disidratazione o mancanza di Sali minerali. In casi ben più rari, i crampi alle gambe possono essere causati anche da patologie ben più gravi come diabete, anemia, ipotiroidismo, trombosi venosa, pancreatite, alcolismo o anche mal nutrizione.

Le parti più colpite sono polpacci, pianta dei piedi e cosce, ma questi dolorosi spasmi possono verificarsi anche nella zona addominale. Per quanto riguarda quest’ultimo tipo, segnaliamo che si tratta di un disturbo abbastanza frequente nelle donne in stato di gravidanza.

Di seguito vi indichiamo gli esercizi da svolgere e i rimedi naturali per combattere i crampi alle gambe.

Crampi alle gambe: i rimedi

Prevenire i crampi alle gambe seguendo la giusta dieta o praticando sport ai giusti livelli di intensità, è sicuramente un ottimo punto di partenza.

Poi, ci sono alcuni accorgimenti da seguire che vi faranno evitare (o almeno diminuiranno le probabilità) la comparsa di queste dolorose fitte.

Quindi prima di praticare attività sportiva sarà bene non esagerare con il cibo ed evitare quindi affaticamento durante la sessione di training. Evitate gli alcolici in generale (sia prima che dopo l’attività sportiva!) e soprattutto eseguite sempre il riscaldamento adeguato prima di iniziare.

Riscaldamento motorio, stretching e attività di defaticamento serviranno proprio ad evitare la comparsa di crampi alle gambe in caso di affaticamento muscolare. Durante l’attività dovrete avere sotto controllo anche la vostra sudorazione, infatti se eccessiva consigliamo l’uso di integratori in modo da appunto “re-integrare” quello che avete espulso dal vostro corpo tramite il sudore.

Stiamo parlando dei Sali minerali, che come vi avevamo già anticipato, spesso sono la causa principale della comparsa di crampi alle gambe.

Molto spesso un cambio di latitudine o una vacanza in paesi tropicali è una causa sottovalutata ma vi metto in guardia: aumentate generosamente la vostra idratazione al fine di non incappare in episodi di crampi (perlopiù notturni).

Se riuscirete a controllare perfettamente il re-integro di Sali Minerali e svolgerete sempre riscaldamento e stretching prima dell’attività motoria, le possibilità di comparsa di crampi si ridurranno notevolmente.

Gli esercizi

Infine, ci sono gli esercizi da svolgere in caso di comparsa di spasmi o fitte. Questi serviranno per diminuire sin da subito il dolore legato ai crampi appena comparsi.

Nel caso del polpaccio dovrete procedere allungando la gamba in linea retta, e con le mani dovrete tirare le punte dei piedi e l’intera parte iniziale della pianta verso di voi. In pochi secondi il muscolo ritornerà alla posizione iniziale.

Dopodiché evitate qualsiasi tipo di sforzo per il distretto muscolare coinvolto (in questo caso l’intera gamba). Può infatti accadere che dopo qualche minuto o in seguito ad un nuovo sforzo muscolare, il crampo ricompaia.

Aiuterà molto anche l’utilizzo di impacchi di acqua calda e massaggi sulla zona da trattare.

In ogni caso, a prescindere dal punto in cui il crampo colpisce, il miglior rimedio è sempre l’allungamento muscolare oltre ad una assunzione immediata di acqua, tenetela un pò in bocca e “masticatela” il cervello riceverà subito l’informazione.

Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

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Mal di schiena: cause, rimedi, esercizi

Mal di schiena: cause, rimedi, esercizi

Il Mal di schiena è un disturbo  democratico in quanto capace di interessare tutti i tipi di persona, a prescindere dall’età anagrafica dal sesso o dal clima.

Questo fastidio può presentarsi in diversi modi, il dolore può essere sia localizzato (ovvero si presenta solamente in una determinata zona) o anche espansivo (ovvero colpisce anche le zone adiacenti).

Può trattarsi di un dolore fisso e costante o anche di un dolore “intermittente” e quindi che va ad alternarsi a fasi di “finta” remissione. Possibile che si presenti accompagnato da sensazioni di bruciore, a seconda dei casi.

Quello che rimane uguale in tutti i casi è il fastidio dovuto al mal di schiena e la sua azione debilitante, ovvero come vi metterà nella condizione di non poter più svolgere le attività che prima eseguivate senza problemi.

Mal di schiena: le cause

Nella maggior parte dei casi il mal di schiena colpisce la zona lombare, e cioè l’area del nostro corpo che svolge una funzione di supporto. E’ proprio lì che si concentra la stragrande maggioranza del peso del corpo e dei carichi (ad esempio durante il sollevamento di oggetti).

Le cause principali del mal di schiena sono da attribuire ad abitudini di vita scorrette ed alla poca attività fisica. Quindi può comparire molto più facilmente su soggetti sedentari o obesi. Di grande importanza è la postura, se costantemente scorretta infatti può causare mal di schiena cronico.

Anche ansia e stress possono contribuire alla comparsa del mal di schiena, così come la posizione che si assume durante il sonno (da non sottovalutare anche il tipo di materasso che utilizzate).

Infine, spesso il mal di schiena è dovuto a carichi psichici troppo pesanti in particolare pensieri circolari oppressivi, inerenti vissuti problematici economici, possono per l’appunto gravare sulle vertebre lombari.

I rimedi naturali e gli esercizi

Il primo consiglio che vi diamo per prevenire il mal di schiena o anche per alleviarne il dolore, è proteggere l’area lombare da eventuali traumi. Per fare ciò, dovrete evitare movimenti bruschi e carichi pesanti da sollevare.

Poi, ricordiamo che praticare quotidianamente attività fisica aiuta a ridurre la comparsa di questo fastidio. Consigliamo attività aerobica e soprattutto esercizi di tonificazione e allungamento dei muscoli. Attività come Yoga o Pilates potrebbero aiutarvi molto.

Ovviamente vi consigliamo anche di seguire una dieta equilibrata, attenzione all’equilibrio acido basico e mantenere sempre il peso forma. In questo caso eviterete carichi eccessivi per il vostro corpo. Segnaliamo che il sovrappeso è da sempre uno dei maggiori fattori di rischio per il mal di schiena.

Consigliamo anche degli impacchi di acqua calda sulla zona da trattare. Il calore provvederà a sciogliere eventuali tensioni muscolari e sarà in grado di darvi sollievo immediato in caso di dolore.

Infine, sembra scontato ma invece non lo è, prima di iniziare con l’attività sportiva o esercizi di sollevamento pesi, sarà bene procedere con un adeguato riscaldamento e stretching. Far lavorare i muscoli “a freddo” può causare danni, spesso anche dopo i primi minuti di allenamento.

Foto di Roger YI da Pixabay

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Amori impossibili e anime inarrivabili – [Parte 3]

Amori impossibili e anime inarrivabili – [Parte 3]

Gli amori impossibili sono esperienze di livello più alto, che producono grande espansione ed accelerazione.

Woody Allen faceva dire alla protagonista de “La Rosa Purpurea del Cairo”: “Ho appena incontrato un uomo meraviglioso. Non è reale, ma non si può avere tutto.”

Ecco, non si tratta di questo.

Il bello degli amori impossibili è proprio che sono reali, sono suscitati da persone reali che ci illuminano, costituiscono con la bellezza che noi percepiamo in loro il modello, la realizzazione sulla terra di ciò che noi desideriamo essere.

Se ti sei perso le prime puntate della nostra rubrica “Anima Gemella: una questione di vibrazioni”, puoi trovarle di seguito:

1 – Il Karma d’amore

2 – Gli amori evolutivi (accidentali e occasionali)

Amori impossibili: il dislivello vibrazionale

Questo ci serve da memento (è quello che sono, è lì che voglio arrivare!), da testimonianza (se una persona con le mie stesse ferite originarie, con tanta semplicità e naturalezza riesce a realizzarsi in modo così compiuto è proprio possibile!) e da stimolo (in nome dell’amore che ho per me e dell’amore che ho per lui, per potere aspirare a lui, essere alla sua altezza, io investo con gioia ed entusiasmo tutte le mie energie per crescere!).

Se fattori esterni si oppongono alla realizzazione di questo amore, la sua funzione e anche, spesso, la sua intima reciprocità non vengono meno (viene meno solo l’urgenza alla crescita).

Infatti l’ ‘impossibilità’ è solo metaforicamente  impedimento esteriore, è in realtà un gap interiore.

Si definiscono impossibili in quanto esiste un alto dislivello vibrazionale tra noi e il nostro amore che per questo ci appare inarrivabile. Ma il dislivello può essere colmato e, quando la struttura animica dell’altro lo consente, rendere l’amore possibile.

Il passaggio evolutivo (o “L’evoluzione Animica”)

L’oggetto del nostro amore è come noi, condivide le nostre ferite originarie, ha un karma simile al nostro e una struttura vibratoria assolutamente analoga (presenta un’uguale distribuzione delle energie attraverso i chakra), con la differenza che le sue vibrazioni sono più alte. Per questo noi lo troviamo meraviglioso.

È una delle nostre AG e costituisce un passaggio evolutivo importante, un’occasione da accogliere con gioia che ci indica che, se siamo stati attirati da livelli vibrazionali alti, siamo evidentemente in un periodo di accelerazione (altrimenti non avremmo riconosciuto, non saremmo stai attirati dall’oggetto del nostro amore, non saremmo stati abbastanza alti da desiderare qualcosa di più alto di noi e tendervi), pronti per gestire questa ulteriore spinta evolutiva.

E l’AG costituisce la più grande sfida evolutiva della nostra vita.

Il fine di ogni incontro è l’evoluzione.

FINE TERZA PARTE

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Ci ritroveremo Domenica prossima con la quarta puntata di “Anima Gemella: una questione di vibrazioni”.

Parleremo di legami evolutivi e degli strumenti, delle condizioni e delle sollecitazioni che l’AG è in grado di fornirci.

To be continued…

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Lavorare al PC: come rilassare fronte ed occhi

Lavorare al PC: come rilassare fronte ed occhi

Lavorare al PC per molte ore al giorno potrebbe causare fastidi sia alla muscolatura frontale che a quella oculare, oltre che sommarsi alle già presenti classiche situazioni di stress eccessivo.

Tuttavia esistono delle tecniche, o meglio esercizi, che potranno alleggerire la tensione muscolare sin da subito permettendo di rilassare fronte ed occhi.

Basterà quindi dedicare soltanto pochi minuti al giorno (magari tra una sessione di lavoro e l’altra) eseguendo gli esercizi che vi proponiamo in questo articolo, per ricevere sollievo immediato e migliorare di conseguenza il proprio stato psico-fisico e la performance lavorativa.

Se ti interessa l’argomento, ti consigliamo di leggere anche: “Malocclusione: cause, rimedi, trattamenti”.

Di seguito i consigli di Fabio Rizzo per chi passa tante ore al PC, utili a rilassare la muscolatura della fronte e degli occhi.

Lavorare al PC: gli esercizi

Gli esercizi da svolgere per chi passa molto tempo a lavorare al PC, sono semplici da effettuare e non necessitano di alcun strumento o di competenze particolari.

Se eseguirete gli esercizi in maniera ottimale, riscontrerete un immediato sollievo.

Ecco i vari passaggi da effettuare:

1 – Il primo step

«Si inizia partendo dalla radice del naso per andare fino alla parte frontale, utilizzando due dita», spiega Fabio Rizzo. Il movimento va ripetuto per cinque-sei volte. Si possono anche utilizzare quattro dita, andando sempre dal basso verso la zona frontale. Quest’ultimo automassaggio si può eseguire anche 8/10 volte.

2 – I massaggi rotatori

«E’ anche utile eseguire dei massaggi in senso rotatorio, al di sopra delle sopracciglia», prosegue Fabio Rizzo. Qui potrà apparire una sensazione di tensione. Da questo punto si prosegue lateralmente fino alle orecchie.

3 – La trazione sul muscolo massetere

«Partendo dagli occhi – spiega Rizzo – è possibile eseguire una trazione con le dita». Si procede ruotando le dita in direzione laterale fino ad incontrare la zona cartilaginosa dell’orecchio esterno. Qui si potrà sentire sotto le dita il muscolo massetere, quello della masticazione, che normalmente è quasi sempre contratto (specialmente per chi mastica la gomma. È possibile la comparsa di dolorabilità, il dolore conferma la necessitá  e l’utilità di continuare. Ripetere sette-otto volte.

4 – La ginnastica oculare

Il passo successivo prevede sempre un automassaggio rotatorio intorno all’orbita oculare. Anche qui si andrà verso l’orecchio. Dopo di che è possibile fare una vera e propria “ginnastica oculare”. «L’occhio è un muscolo a sé – spiega Fabio Rizzo – Si può iniziare puntando lo sguardo verso l’alto, come a voler vedere le sopracciglia. Poi puntando verso il basso come per guardare il labbro inferiore. Infine andare verso destra e poi verso sinistra ed eseguire delle rotazioni».

Un esercizio utile anche in senso metaforico perché «La nostra attuale visione dipende dai punti di vista – conclude Rizzo – E se cambiamo i punti di vista, cambierà anche la visione».

Conclusioni

Ci teniamo a precisare che gli esercizi dovranno essere eseguiti con molta calma e soprattutto senza fretta. Altrimenti rischiate che i muscoli frontali ed oculari non ricevano i giusti benefici derivanti dal massaggio rotatorio e dalle trazioni effettuate sul muscolo della masticazione.

Se volete essere sicuri di non sbagliare e di effettuare tutti i vari esercizi nella maniera corretta, vi invitiamo a seguirci sulla nostra pagina Facebook (@osteopatiafluidica).

Dopo l’uscita di questa guida, infatti,  pubblicheremo un video-tutorial in cui Fabio Rizzo spiegherà in maniera dettagliata come e perchè rilassare fronte e occhi, e ci mostrerà visivamente come eseguire gli esercizi in maniera ottimale.

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Cervicale: l’approccio bio-pulsatile per disattivare il dolore

Cervicale: l’approccio bio-pulsatile per disattivare il dolore

Il dolore cervicale è un fastidio che si localizza principalmente nella parte posteriore del collo (nuca), e spesso può estendersi anche a spalle e braccia.

Le cause sono da attribuire a colpi di freddomovimenti sbagliati e postura scorrette. Ma non solo, perchè questo fastidio può presentarsi anche a causa di fattori emotivi e psichici, come ad esempio in caso di stress eccessivo.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche: “Il linguaggio dei fluidi: l’ascolto tattile”.

Cervicale: come intervenire

Ogni disequilibrio del rachide cervicale proietta sulla parte muscolare più prossima e adiacente la necessità di soccorrere l’asse centrale, la muscolatura contraendosi in uno sforzo che normalmente un allineamento vertebrale perfetto non causerebbe, memorizza e mantiene nel tempo la disfunzione motoria.

Quindi dove ci sono discopatie o degenerazioni di tipo artrosico, la muscolatura cervicale corre in soccorso indurendosi, irrigidendosi.

In questo caso dove c’è la parte più tesa, se inferiore a destra, si dovrà eseguire una manualità di tipo “iniettrice V-spread”. Questa tecnica di approccio corporeo energetico, localizzato dove la muscolatura è più tesa, va a creare una normalizzazione della zona fisiologica trattata.

Con il posizionamento a “V” delle dita, si crea una polarità ricettrice, essa deve localizzarsi nella parte diametralmente opposta.

Inducendo la persona a respirare tra le mani dell’operatore, (appello coscienziale) si ottiene l’induzione della pulsatilità biologica (percepibile in modalità tattile) ed il contemporaneo neutralizzarsi della tensione. Le zone trattate saranno in normalità quando inizieranno a pulsare entrambe ritmicamente.

Quando pulsano simmetricamente tre volte in direzione longitudinale, significa che la correzione è stata eseguita e “registrata” dal corpo.

La tecnica

Se ad essere bloccata è la parte inferiore si parte da quella. Può capitare che risulti bloccata anche la parte mediana, proprio dallo stesso lato. Inoltre può essere anche la parte superiore da liberare, sempre nello stesso lato.

Oppure più frequentemente c’è una parte inferiore destra o sinistra, una parte mediana controlaterale e quindi una parte superiore omologa alla prima. Come se fosse tragitto zig-zag.

Insomma, attraverso un ascolto tattile adeguato sarà possibile riconoscere le parti bloccate ed eseguire poi le tecniche più idonee a seconda delle zone da trattare. E ci sono inoltre ulteriori cose a cui fare attenzione.

Ad esempio se la parte laterale è interamente da liberare (cioè tutta) significa che è in corso probabilmente un’infiammazione. Diverso è il caso di tensioni a zig-zag indice di una certa cronicità.

Poi ovviamente con un successivo bilancio diagnostico palpatorio, là dove necessiti si potrà lavorare in specifico con il metodo di Osteofluidica, e proseguire, interagendo con un riequilibrio mirato ad un ripristino (e liberazione) della fluidità “cervicale per cervicale”.

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