Senso di inadeguatezza: come si può superare?

Senso di inadeguatezza: come si può superare?

Il senso di inadeguatezza comporta delle conseguenze davvero deleterie, prima a livello mentale e poi anche fisico. 

Si tratta di quella sensazione che fa nascere il sentimento sgradevole di non essere “adatti” ad una certa situazione o ad una certa responsabilità. Ed è una caratteristica che mostrano prevalentemente le persone che soffrono di una bassa autostima e di una distorta consapevolezza di sé. 

Pensare di non valere abbastanza, di non avere le giuste capacità e di essere inferiori agli altri. Sono questi gli elementi che delineano il senso di inadeguatezza. 

Vediamo di cosa si tratta e come si può superare. 

Senso di inadeguatezza: cos’è e come si manifesta

Il senso di inadeguatezza è spesso una sensazione talmente forte da intrappolare la persona all’interno dei suoi stessi pensieri. Superare tutto ciò non è per niente facile, ma è possibile. 

Prima però è necessario comprendere al meglio che cosa sia questo sentimento, e come si manifesti. 

Generalmente, quando si affrontano nuove esperienze o sfide, è abbastanza normale sentirsi leggermente “impauriti”, per via di quel qualcosa che non conosciamo. Di solito però, il sentimento di paura svanisce una volta che si riesce ad inquadrare meglio la nuova esperienza. 

Ci sono però persone che non riescono a superare questo timore. Che, anzi, nella loro mente, si trasforma proprio in terrore. In questo caso, non si prova tale sentimento solo affrontando nuove sfide, ma lo si sente nella quotidianità di ogni giorno. 

Chi soffre di questo disturbo, in genere, sente di non trovarsi mai nel posto giusto, e prova costantemente una sensazione di disagio. Trova difficile avere una normale conversazione con persone che non conosce abbastanza, e sente di sbagliare continuamente. 

Quando questo accade, è perché il soggetto soffre di una bassa autostima, e ha la percezione che gli altri siano sempre più capaci, più sicuri e più bravi.

È possibile superare questo sentimento nocivo?

Il senso di inadeguatezza si può sicuramente superare, ma sarà necessario un impegno costante della persona che ne soffre. 

Infatti, una volta che nella mente si è insinuata la percezione del “non essere mai abbastanza”, è molto probabile che questo timore eccessivo si ripresenti spesso in varie situazioni della vita. Anche se l’interessato potrebbe pensare di aver superato la difficoltà. 

Per trasformare davvero la paura, è necessario innanzitutto che la persona prenda consapevolezza di sé stessa e delle proprie capacità. Tutti sono più bravi a fare una cosa, e meno bravi a farne un’altra. Il segreto sta proprio nel trovare ciò che permette al soggetto di mostrare ciò che sa fare, e di essere fiero delle potenzialità che possiede. 

Ma anche nel caso in cui la persona si dovesse trovare nella situazione di affrontare qualcosa che non conosce (e che quindi non sa fare), non c’è da preoccuparsi. Nessuno nasce già istruito, e imparare è un sacrosanto diritto che tutti possiedono. 

Il secondo consiglio che ci sentiamo di dare a chi soffre di bassa autostima, è di dare meno peso alle parole che dicono gli altri. Ciò che può sembrare giusto per qualcuno, potrebbe essere sbagliato per qualcun altro. Non si devono prendere mai come “perle di verità” i pensieri delle altre persone, soprattutto quando queste mettono bocca sulla vita altrui. 

Infine, ci teniamo a condividere con voi una frase del meraviglioso film “L’uomo che fissa le capre”, che siamo certi vi potrà essere d’aiuto. La citazione afferma: 

Quello che più temi non ha alcun potere su di te. È la paura che ha il potere.” 

Fate vostro questo concetto. Studiatelo, capitelo e utilizzatelo come mantra di vita. Solo così potrete iniziare quel percorso che vi renderà liberi.

Foto di Skalekar1992Pixabay

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Senso di colpa: quali conseguenze porta?

Senso di colpa: quali conseguenze porta?

Il senso di colpa è un’emozione complessa, che nasce in maniera innata nel cervello dell’essere umano. Quando accade qualcosa che generalmente è considerata sbagliata, si attua nella società il meccanismo della “ricerca del colpevole”. 

Il tutto si è accentuato poi con l’avvento della religione cristiana, che da sempre ha imposto regole molto ferree alla società occidentale. L’obbligo di reprimere certe emozioni, certi pensieri impuri o certi modi di vivere, fa nascere di conseguenza una sensazione di colpevolezza. Che influenza poi anche la percezione che ognuno ha di se stesso e dei propri comportamenti.

Studi scientifici dimostrano come a provare maggiormente questo sentimento siano le persone che più si attengono alle regole imposte dalla società. Chi invece si mostra più “individualista” in tal senso, in genere è anche più libero dall’imposizione di colpevolezza in generale.  

Vediamo che cos’è il senso di colpa, e quali conseguenze porta. 

Senso di colpa: cos’è e come nasce

Secondo la psicoanalisi, esistono due tipologie di senso di colpa: quello conscio e quello inconscio. 

La tipologia conscia nasce naturalmente nella struttura psichica dell’essere umano durante la sua crescita. Si tratta della sensazione di colpevolezza intesa come “sana”, perché porta il soggetto a capire quando sbaglia. E lo stimola a rimediare ai propri errori. 

Nasce inizialmente con le prime regole imposte dai genitori durante i primi anni del bambino. Quando è ancora piccolo, il soggetto non riesce a distinguere ancora il bene dal male, per cui non obbedisce con coscienza. Ma solo per timore di essere punito o di non essere più amato da chi lo protegge. 

Quando cresce poi, egli inizia a comprendere cosa siano la tristezza, l’angoscia e la delusione. Di conseguenza, è portato a provare dispiacere quando ferisce qualcuno. 

La tipologia inconscia invece è quella dannosa. Nasce con motivazioni irrazionali e sconosciute, e porta il soggetto a sentirsi colpevole di cose che, in realtà, non sono sbagliate.  

Questa dinamica può nascere quando i genitori hanno troppe aspettative sul bambino, per cui egli si sente colpevole se non riesce a soddisfarle. Ma può essere anche una conseguenza di un rapporto d’amore o d’amicizia difficile, in cui il soggetto viene spesso criticato. 

Il soggetto che subisce molte critiche, spesso per motivi futili, a lungo andare tenderà a sentirsi sbagliato e colpevole. Di solito comunque egli soffre già di una bassa autostima, e ciò accentua il malessere. 

Chi si sente in colpa è tendenzialmente legato all’infanzia ad una visione scevra di responsabilità ed alla ricerca di una assoluzione proveniente dall’esterno che gli tolga il peso della responsabilità che non vuole assumere su se stesso.

Quali sono le possibili conseguenze?

Il senso di colpa inconscio può portare numerose conseguenze negative per la persona. A livello psicologico, può far scaturire reazioni: 

  • Ansiose, quando la sensazione di colpevolezza fa nascere un sentimento di inferiorità. A lungo andare, il soggetto tenderà a sentirsi sempre più piccolo, debole e impotente. Sentirà di sbagliare anche facendo normali azioni quotidiane, e sarà costantemente pervaso dall’ansia;
  • Ipocondriache, quando il soggetto si sente talmente colpevole e sbagliato da pensare di “meritare” una punizione esterna. Spesso, quello che si aspetta di ricevere è una malattia;
  • Delinquenziali, quando l’individuo riesce a placare la sensazione di colpevolezza solo commettendo atti che potrebbero portarlo a ricevere una punizione dalle forze dell’ordine, e quindi dallo Stato.

La sensazione di colpevolezza può diventare patologica a seconda delle differenti caratteristiche della personalità del soggetto. In questo caso, si rende necessario seguire un percorso terapeutico che possa aiutare il soggetto a riprendere possesso della sua vita, delle sue azioni e, soprattutto, della realtà. Indipendentemente da chi lo circonda e da ciò che pensano gli altri.

Foto di PublicDomainPicturesPixabay

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Rimedi naturali per il mal di testa

Rimedi naturali per il mal di testa

Sapevate che esistono dei rimedi naturali per il mal di testa che possono aiutarvi significativamente ad alleviare il dolore? 

Esistono diverse tipologie di cefalea o emicrania, che solitamente si distinguono in base all’entità e alla sede in cui si avverte maggiormente il dolore. 

Le cause possono essere tra le più disparate, come lo stress, le tensioni muscolari, il bruxismo, la sinusite, l’affaticamento degli occhi. Ma è possibile anche che il malessere nasca per via di patologie endocrine, problemi alla circolazione o malattie neurologiche. 

Ovviamente nei casi più gravi è necessario chiedere l’aiuto di specialisti. Per quanto riguarda invece le tipologie più comuni, esistono dei rimedi naturali per il mal di testa che potranno esservi d’aiuto. Vediamo quali sono.

Rimedi naturali per il mal di testa: tisana rilassante

Tra i rimedi naturali per il mal di testa, le tisane sono uno dei più conosciuti e utilizzati. Si consiglia l’assunzione soprattutto quando il dolore è causato da affaticamento, stanchezza o spossatezza. 

Le tisane rilassanti infatti rappresentano un ottimo metodo per depurare l’intero organismo ma a patto di non eccedere per non disidratare il corpo. Esse infatti se da un lato favoriscono il rilassamento, dall’altro sono dall’organismo vissute come fossero diuretici.  Oltre a questo però, le tisane risultano utili per rilassare il soggetto a livello psicosomatico. Riescono a calmare l’attività dei neuroni, riducendo ansia e stress. E, allo stesso tempo, agiscono alleviando le tensioni muscolari e rinforzando il sistema immunitario. 

Le tisane più efficaci per combattere l’emicrania sono a base di camomilla, lavanda, valeriana e melissa. Tutte piante che possiedono straordinarie proprietà distensive, tranquillanti e ansiolitiche. 

Fettine di patata

Le patate non sono solo buonissime da mangiare in qualsiasi modo vengano cucinate, sono anche uno dei rimedi naturali più efficaci contro il mal di testa. 

In questo caso non avrete bisogno di mangiarle, ma dovrete applicare le fettine di patata sulle tempie. Innanzitutto, pulite per bene il tubero prima di rimuovere la buccia. Dopodiché, tagliatelo in fette spesse 1 cm, che posizionerete sulle parti più doloranti. Per mantenerle ferme, potete legarvi attorno alla testa una fascia o un fazzoletto di stoffa (senza stringere troppo).  

Nel giro di mezz’ora, le patate saranno in grado di far sparire del tutto il dolore. Ma come? Questo speciale tubero contiene un’elevatissima concentrazione di potassio e vitamina C. Ed è uno di quegli ortaggi definiti porosi, ovvero che riescono ad assorbire naturalmente la tensione e il calore accumulati. 

Vi stupirete dei benefici della patata contro l’emicrania.

Olio essenziale di menta

L’olio essenziale di menta (biologico puro) è un altro tra i rimedi naturali più efficaci per alleviare i dolori legati al mal di testa. 

È possibile diffonderlo nell’ambiente con diffusori ambientali propri (vedi diffusori aromaterapia). Ma si può inoltre inalare l’aroma direttamente dalla boccetta, o versandone poche gocce su un fazzoletto di stoffa.

Potrete infine applicare 3-4 gocce di olio essenziale di menta direttamente sulle tempie, però dopo averlo diluito con dell’olio vegetale. Massaggiate quindi compiendo dei movimenti circolari, lenti ma decisi.

È un rimedio utile contro tutti i tipi di emicrania. Il dolore sparisce lentamente per via delle proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, rinfrescanti e calmanti che possiede l’olio essenziale di menta.

Foto di Darwin LaganzonPixabay

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Sottomissione nella coppia: effetti psicosomatici

Sottomissione nella coppia: effetti psicosomatici

La sottomissione nella coppia è un rischio che può riservare conseguenze piuttosto pericolose. Proprio perché, una volta che si è innescato il meccanismo, è davvero difficile che la relazione tossica possa poi trasformarsi in un rapporto di coppia sano. 

Generalmente, una relazione di questo genere è formata da una persona che domina e da un’altra che si lascia dominare. Per volere, paura, oppure semplicemente perché non conosce altro modo di rapportarsi ad un’altra persona.

Vediamo quali sono le conseguenze psicosomatiche in caso di sottomissione nella coppia.

Sottomissione nella coppia: dominanza o masochismo? 

Come abbiamo accennato prima, quando è presente una sorta di sottomissione nella coppia, si tratta generalmente di una relazione tossica. Il che significa che probabilmente, più che un rapporto d’amore, è un legame basato sulla dipendenza dall’altro. 

Le relazioni di questo tipo possono avere due possibili scenari: 

  • Uno dei due partner è aggressivo o violento (anche verbalmente), e impone la sua volontà su un partner debole. In tal caso, la persona sottomessa è consapevole della tossicità del rapporto, ma non lo interrompe per paura;
  • Uno dei partner ha un temperamento naturalmente dominante, mentre l’altro ha un carattere più accondiscendente. Qui è possibile che non ci sia una vera e propria sottomissione da parte della persona più “forte”, ma la parte debole lascia che l’altro decida per tutto, mettendo sempre da parte il suo volere. È probabile che la persona si lasci sottomettere “volutamente” perché soffre di bassa autostima, dipendenza affettiva e masochismo.

In entrambi i casi comunque, un rapporto di questo tipo tenderà a svilupparsi in maniera negativa. 

Il presupposto di una relazione sana é il rispetto reciproco e l’assenza di bisogno.

I possibili effetti psicosomatici 

Quando è presente una forma di sottomissione nella coppia, il partner debole ad un certo punto sentirà il bisogno di ribellarsi. Questo perché avrà vissuto l’intera relazione con una sofferenza tale che, alla fine, gli avrà permesso di “aprire gli occhi” e voler essere più forte.  

In entrambe le situazioni che abbiamo visto poco fa infatti, il partner sottomesso non riesce a comunicare la sua insofferenza e la sua insoddisfazione. Questo lo porta a sviluppare una rabbia interna sia contro sé stesso (perché si lascia dominare), sia contro il partner (perché domina volutamente, o perché ha un temperamento naturalmente più forte). 

Vivendo una relazione di questo tipo, ci saranno tanti momenti nei quali la parte sottomessa si sentirà perduta, sola e incapace di reagire. E tutto ciò può tradursi in episodi di ansia, depressione, sensazione di fallimento e di insoddisfazione generale. 

D’altra parte, chi domina, constatando lo stato di disagio e di sempre minore indipendenza dell’altro , si sentirà in dovere di calcare la mano. 

Questa costante infelicità si ripercuote sul benessere fisico. Possono manifestarsi frequenti mal di pancia, mal di testa, tensioni muscolari, spossatezza, difficoltà a respirare e mancanza di energia. Se la situazione si protrae per molti anni, c’è anche la probabilità che si sviluppi un esaurimento nervoso che porta la persona sottomessa a fare cose che non avrebbe mai pensato di poter fare. 

Infatti, come dicevamo, è inevitabile che ad un certo punto il partner debole tenda a ribellarsi. In questo caso è necessario stare molto attenti. Perché è possibile che, per via della troppa sofferenza vissuta, faccia fuoriuscire la sua rabbia repressa in maniera reattiva e fuori misura. 

Nei casi migliori, la parte debole si allontana dalla parte dominante perché si accorge che la sua vicinanza non gli consente di stare bene. Nei casi peggiori invece, il partner sottomesso arriva a compiere gesti estremi per far del male a sé stesso oppure all’altro partner. 

 

Foto di Dina Dee da Pixabay

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Paura di amare: come fare per superarla?

Paura di amare: come fare per superarla?

La cosiddetta “paura di amare”, come si può immaginare, in realtà rimanda a diversi concetti. Che spesso non coincidono veramente con quello che è l’amore in sé. 

La maggior parte delle volte infatti, questo timore ha radici più profonde, che possono avere molte cause. È possibile che a provocarla sia stato un trauma passato, oppure che ci sia una difficoltà reale nel concedere fiducia agli altri. 

In ogni caso, sappiate che la paura di amare può essere superata. Di seguito scopriremo come. 

Paura di amare: quali possono essere le cause?

La paura di amare, conosciuta scientificamente come “filofobia”, il più delle volte non è data dalla reale paura di innamorarsi di qualcuno. Ma, più che altro, dal terrore di soffrire, di essere abbandonati oppure traditi. 

Si ha quindi più paura delle conseguenze che l’amore può portare, invece che dell’amore vero e proprio. Le cause possono essere tra le più disparate, di solito però questo timore è la conseguenza di una ferita passata. In tale circostanza, la paura si è sviluppata dopo essersi concessi all’amore almeno una volta. 

Quella volta, molto probabilmente, la relazione si è conclusa con un tradimento o con un abbandono da parte del partner. E questo ha provocato un dolore talmente grande da portare la persona ad una chiusura totale verso l’amore. 

Il timore di amare però può nascere anche da un forte concetto di indipendenza che si ha della propria vita. In questo caso, solitamente a soffrirne più spesso sono gli uomini, che tendono a chiudersi di più in se stessi rispetto alle donne. 

Questo tipo di uomo, in genere, è dovuto crescere in circostanze particolari. E spesso non ha avuto un buon esempio di amore da parte della famiglia e delle persone attorno a sé. Per tutta la vita ha dovuto cavarsela con le sue forze, ed è quindi abituato a non chiedere e a non dare. Non si concede ai sentimenti perché sa che sono l’unica cosa che non può controllare. 

Come superare il terrore di concedersi a qualcuno

Per tutti gli scettici e le persone che credono di essere senza speranza, sappiate che la paura di amare si può superare. 

Alcune volte si tratta di un terrore talmente insito nella mente della persona, che diventa necessario seguire una terapia somato-emozionale per riuscire ad uscirne. 

Il più delle volte però, è sufficiente riuscire ad accettare il fatto che tutta la vita è un grande mistero, e che niente si può tenere davvero sotto controllo. L’amore è un desiderio che risiede nel cuore di ogni essere umano, e l’accettazione di una possibile fine purtroppo è sempre da mettere in conto. 

Lasciarsi andare, aprirsi completamente ad un’altra persona, lasciare che questa conosca ogni parte della propria vita e concederle la massima fiducia. Amare e lasciarsi amare è una delle cose più difficili che si possano fare. 

Qualcuno una volta ha detto: “L’amore è dare a una persona la possibilità di distruggerti, ma confidare nel fatto che non lo faccia.

E questo è vero. L’amore è un rischio, e la paura è sempre presente. Ma la verità è che tutta la vita è fatta solo di rischi. E chi non osa per timore di perdere, ha già perso in partenza. Il modo migliore per superare la paura è convincersi del fatto che comunque ne varrà la pena. Anche soffrendo, anche perdendo.

Un saggio disse: « rinunciare ad amare per paura di soffrire e come rinunciare a vivere per paura di morire ».

Foto di Daniel Borker da Pixabay

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