Impotenza psicologica: cause, sintomi e conseguenze

Impotenza psicologica: cause, sintomi e conseguenze

L’impotenza psicologica è una condizione che generalmente può nascere per cause fisiche, psicologiche o legate ad uno stile di vita inadeguato.

Gli episodi di disfunzione erettile possono capitare in qualsiasi momento anche a uomini che in realtà sono perfettamente fertili e in salute. Di solito in questi casi, la causa principale è l’accumulo di stress e ansia

Quando succede però, tale episodio può far scaturire delle reazioni psicologiche legate alla vergogna e all’inadeguatezza. Ed è proprio in quel momento che si innesca un meccanismo che diventa difficile interrompere.

Vediamo quali sono le cause, e sintomi e le conseguenze dell’impotenza psicologica. 

Impotenza psicologica: le possibili cause

Se dunque la disfunzione erettile non è legata a problemi di salute, è molto probabile che si tratti di impotenza psicologica. E, di solito, tale condizione è legata ad un’esperienza negativa che l’uomo non è riuscito a superare. 

Ma perché accade e qual è la causa? Generalmente questo succede quando l’uomo non accetta che possa essergli accaduto un episodio di disfunzione erettile. Tale “insuccesso” diventa per lui un problema e una vergogna talmente grandi, da condizionare poi anche i futuri rapporti sessuali che proverà ad avere. 

La disfunzione erettile legata alla sfera psichica può essere causata da: 

  • • Periodo di ansia e stress;
  • • Problemi nella relazione;
  • • Depressione;
  • • Ansia da prestazione; 
  •  Anestesia Pornografica
  • • Autostima bassa.

I sintomi più comuni

Se l’uomo si fa prendere dal panico quando capita un episodio saltuario di impotenza psicologica, la situazione tenderà ad aggravarsi. 

Infatti, dando troppa importanza al problema, non farete che accentuarlo e farlo durare di più, anche inconsciamente. 

Quando l’uomo non riesce ad accettare questa possibilità, è molto probabile che gli ricapiterà ancora. Proprio perché, quando si troverà ad affrontare un’altra situazione simile, sarà assalito dall’ansia da prestazione. 

Invece di lasciarsi andare al godimento del rapporto sessuale, il suo unico pensiero sarà: “E se succede anche stavolta?”

Il tutto non farà che peggiorare la situazione. Dunque i sintomi più comuni che l’uomo avvertirà in questo caso saranno: 

  • • Ansia da prestazione;
  • • Sudorazione e iperventilazione;
  • • Overthinking e impossibilità a rilassarsi;
  • • Impossibilità di riuscire nell’erezione;
  • • Imbarazzo e vergogna;
  • • Senso di inadeguatezza. 

Conseguenze dell’ansia da prestazione

Come abbiamo detto, quando l’impotenza psicologica capita sporadicamente, non c’è da preoccuparsi né da vergognarsi. Perché nella maggior parte dei casi si tratta di un problema facilmente risolvibile. 

In realtà, è proprio il pensiero fisso del contrario che porta l’uomo ad attivare quel meccanismo della continuità. Dunque, se egli non riuscirà ad accettare come normale tale episodio, la sua mente tenderà a riviverlo ancora e ancora. 

Le conseguenze sono presto dette. Quando egli sarà nuovamente nella condizione di avere un’erezione, i suoi pensieri non si concentreranno sul momento, ma ripercorreranno la vergogna provata. E la troppa paura di “non riuscire”, lo porterà ad avere un altro episodio di disfunzione. 

Il tutto continuerà a ripetersi finché nella mente dell’uomo non cambierà qualcosa. Egli dovrà riuscire a riprendere fiducia in sé stesso e nella sua virilità. Dovrà lavorare nel suo modo di ragionare. E accettare che, di tanto in tanto, i troppi pensieri e i vari problemi della vita possono portare ad una disfunzione. 

Ma non per questo si dovrà far condizionare da quello che è successo. O pensare che per forza gli ricapiterà di nuovo. Il consiglio migliore in questi casi è quello di lasciarsi andare alla passione del momento, tutto il resto poi verrà da sé. 

 

Foto di StockSnap da Pixabay

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Cicli del sonno: cosa accade nella mente mentre dormiamo?

Cicli del sonno: cosa accade nella mente mentre dormiamo?

Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma durante la notte ognuno di noi attraversa dei cicli del sonno. Tutto ciò è stato scoperto grazie agli studi scientifici sulle misurazioni psicofisiologiche eseguiti con l’EEG (elettroencefalogramma).

Ciò che sappiamo oggi grazie a questi studi, è che il sonno è un processo fisiologico periodico. Il che significa che esistono delle fasi ben precise che la nostra mente attraversa durante il riposo. 

Ogni ciclo dura dai 90 ai y100 minuti ed è composto da 4 fasi più la fase REM. Durante una notte di 8 ore, lo stesso ciclo (con le fasi che vedremo) si ripete per circa 4 o 5 volte. 

Di seguito vediamo quali sono i cicli del sonno.

Cicli del sonno: Fase 1, addormentamento

Il primo tra i cicli del sonno è l’addormentamento, che dura solitamente dai 10 ai 20 minuti. Si verifica quando la persona inizia a rilassarsi al punto tale da passare dalla veglia (onde Beta) al sonno. 

In questa fase, (Alfa)  il battito cardiaco inizia naturalmente a rallentare, e la temperatura corporea incomincia ad abbassarsi. Anche l’attività cerebrale diminuisce, però la persona è ancora capace di reagire agli stimoli. 

A livello fisiologico, l’attività dell’EEG, seppure ancora irregolare comincia a sincronizzarsi. Iniziano quindi a comparire delle onde cerebrali a bassa frequenza, dette Theta

Fase 2: sonno leggero

A questo punto inizia la seconda fase dei cicli del sonno. Anche questa dura generalmente dai 10 ai 15 minuti, e rappresenta una fase intermedia tra l’addormentamento e il sonno profondo. 

Durante il sonno leggero, l’EEG è irregolare e mostra onde cerebrali molto simili a quelle che appaiono quando si è svegli. In realtà però, la mente si sta addentrando sempre di più verso il sonno profondo. I muscoli tendono a rilassarsi maggiormente, e la frequenza cardiaca rallenta ancora. 

Se l’individuo si sveglia durante questa fase, sarà convinto di non essersi proprio addormentato. 

Fase 3: sonno profondo

Il sonno profondo è meno lungo rispetto alle altre fasi, e dura circa 5 minuti, massimo 10. Qui il soggetto si è addormentato realmente. 

I livelli metabolici risultano molto lenti, e non c’è alcun movimento oculare. Allo stesso modo, anche le attività cerebrali sono assenti, perché il cervello sta attraversando un altro momento di transizione. 

In questa fase, l’EEG mostra una notevole riduzione delle onde lente (Theta). Queste infatti iniziano a lasciare spazio a quelle più intense, ovvero le onde Delta. È proprio in questa fase che si possono verificare con più probabilità episodi di sonnambulismo. 

Fase 4: sonno profondo effettivo

Tra i cicli del sonno, questa fase è quella del rilassamento più profondo. E dura all’incirca 20-25 minuti. In questo momento, le onde Delta prendono completamente il controllo delle attività neuronali, ed è molto difficile riuscire a svegliarsi. 

Il sonno infatti è molto pesante e i muscoli sono completamente rilassati. È proprio in questa fase che il cervello tende a lavorare maggiormente per rigenerarsi. 

Non si avvertono movimenti oculari. Si è completamente inconsci, ma non si sogna. Se il soggetto si sveglia durante questa fase, potrebbe sentirsi molto confuso per qualche minuto. 

Fase REM: sonno paradosso

La Fase REM, come probabilmente molti sanno, è la fase associata ai sogni. Semplicemente perché, se ci si sveglia in questa fase, è più facile ricordare il sogno che si stava facendo. 

L’elettroencefalogramma  qui mostra un tracciato molto irregolare, con un’alternanza di onde Theta e onde Delta. L’attività cerebrale risulta molto simile a quella che appare quando si è svegli. 

Durante questa fase, si verificano movimenti oculari molto rapidi, quasi come degli scatti. Da qui il nome REM (Rapid Eye Movement).

Il cervello è attivo, mentre il corpo cade in una sorta di paralisi. Le braccia e le gambe tendono a irrigidirsi, anche se la corteccia motoria è attiva.  

Nel primo ciclo, la fase REM dura molto poco. Mentre, man mano che i cicli del sonno si ripetono, la fase di sonno paradosso tenderà ad aumentare di durata.  

Foto Daniel Hannah da Pixabay

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Cervello Umano: ecco 5 cose che non sapevi!

Cervello Umano: ecco 5 cose che non sapevi!

Il cervello umano è senza dubbio uno degli organi più interessanti e misteriosi del nostro corpo. Capace di “impartire ordini” a tutte le parti del corpo, è proprio dal cervello che partono infatti la maggior parte delle attività del nostro corpo.

E’ un organo pieno di segreti, e spesso nemmeno noi siamo a conoscenza delle sue enormi potenzialità. Se ti interessa l’argomento, ti invitiamo a leggere anche: “Coscienza Collettiva e Menti Interconnesse”.

Di seguito 5 curiosità che non sapevi sul cervello umano.

Cervello umano: potenza ed energia

Il cervello umano è un mix di potenza ed energia, basti pensare che da “sveglio” produce abbastanza energia da alimentare una lampadina da 30-35 Watt. Incredibile.

Occhio però che mantenere il cervello attivo comporta anche maggiore dispendio energetico per il vostro corpo. Si stima che quest’organo “consumi” tra il 15 ed il 25% dell’ossigeno e glucosio presente nel sangue. Insomma potente si, ma anche dispendioso!

Cervello Umano: installare falsi ricordi

Come può accadere per un normale PC, anche nel cervello umano è possibile “installare” (o meglio impiantare) falsi ricordi. Quest’organo è in grado poi di conservare il ricordo anche se effettivamente risulta falso o non vissuto.

Questo può accadere principalmente nel sonno, durante la fase REM. Secondo la Scienza infatti, c’è una stretta correlazione tra la fase REM ed il consolidamento della memoria, anche l’apprendimento risulta più efficace durante il sonno.

Il cervello non dorme mai e non smette mai di funzionare, durante il sonno l’attività cerebrale raggiunge i picchi massimi.

Quanti dati può immagazzinare un cervello?

Se il cervello è quindi simile all’hard disk di un PC, ci sarà sicuramente un limite massimo per immagazzinare i dati. Dopodichè non sarà più possibile farlo.

Beh, questo non può accadere con il cervello umano perché la sua “capienza” (per noi) è illimitata. Nel senso che è così capiente che non basterebbe una vita per riempirlo tutto.

Secondo alcuni studi condotti sul tema, il cervello è composto da circa 1 miliardo di neuroni collegati tra loro da ulteriori mille miliardi di connessioni. Potremmo considerare ogni neurone come un singolo hard disk.

Secondo lo stesso studio, la capacità del cervello potrebbe aggirarsi intorno a 2,5 pentabyte! Praticamente potrebbe ricordare tutto quello che avete visto in tv negli ultimi… 300 anni!

Nessun dolore

Non si potrà mai sentire dolore al cervello. Un dolore o un fastidio potrebbe essere “avviato” proprio da quest’organo (anzo molto probabile), ma non potremmo sentire mai dolore al cervello.

Questo perché non sono presenti recettori del dolore. Cosa che rende possibile anche le operazioni chirurgiche al cervello da svegli, senza far sentire alcun tipo di dolore al paziente che si sta operando.

Il cervello va allenato!

Ebbene si, il cervello va allenato. E’ possibile migliorare notevolmente (durante la vita) le proprie capacità mnemoniche e di aumentare il volume delle cellule nervose. Potrete addirittura provocare cambi strutturali nell’encefalo.

Per migliorare le prestazioni mentali vi basterà tenere la mente allenata con giochi di logica, enigmi, problemi da risolvere e simili. Anche fare attività all’aperto giova moltissimo al cervello.

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