Dorsalgia: sintomi, cause, rimedi

Dorsalgia: sintomi, cause, rimedi

La dorsalgia è quella tipologia di mal di schiena che colpisce la zona dorsale. Ovvero, la parte alta e centrale della schiena, tra le scapole. È possibile però che il malessere si estenda anche lungo il collo e il torace. 

Possiamo distinguere questo disturbo su due livelli differenti di gravità. In forma acuta, il malessere non dura più di 30 giorni. In forma cronica invece, tende a protrarsi per un periodo che va da 3 a 6 mesi.

Vediamo di seguito quali sono i sintomi, le cause e i rimedi per la dorsalgia. 

Dorsalgia: i sintomi più comuni

Come abbiamo già accennato, la dorsalgia si manifesta con dolori acuti e pungenti che si avvertono nella zona interscapolare della schiena. Ma raramente la sofferenza rimane circoscritta in un solo punto. 

Il malessere infatti, nella maggior parte dei casi, va a colpire anche il collo, la testa, il torace e tutta la schiena. Infatti è comune che si manifestino di conseguenza anche sintomi legati alla cervicalgìa e alla lombalgia. 

Il dolore dorsale può quindi sfociare in numerosi altri sintomi secondari, quali: 

  • Malessere alle spalle; 
  • Mal di testa;
  • Perdita di sensibilità ad un braccio;
  • Tensione muscolare e rigidità articolare;
  • Formicolii e intorpidimento;
  • Sensazione di bruciore;
  • Debolezza e spossatezza;
  • Difficoltà nella mobilità;
  • Febbre.

Le possibili cause

Le cause che possono provocare la dorsalgia sono davvero numerose. Questo disturbo infatti richiede sempre una visita accurata, perché solo in questo modo si potrà sapere davvero quale fattore abbia scatenato il malessere. Di conseguenza poi, sarà anche possibile delineare un adeguato approccio terapeutico. 

C’è la possibilità che il dolore dorsale sia dovuto a problemi legati alla colonna vertebrale, alle articolazioni o ai muscoli. Così come è probabile che i dischi vertebrali siano infiammati, o che il soggetto soffra di ernia del disco. Altre patologie che possono causare il dolore sono: l’artrosi, la scoliosi, l’osteoporosi o l’artrite reumatoide. Può essere inoltre, il disturbo venga associato a problemi degli organi interni.

Quando invece il dolore non è legato a queste cause sopra elencate, è possibile che a provocarlo siano stati: 

  • Movimenti bruschi e improvvisi;
  • Postura scorretta mantenuta a lungo;
  • Sforzi eccessivi della schiena;
  • Traumi, come incidenti o fratture;
  • Tensioni muscolari da ansia;
  • Muscoli addominali sotto tono;
  • Sovrappeso. 

I rimedi naturali

Come dicevamo prima, la dorsalgia è un disturbo di cui è necessario conoscere la causa, prima di procedere con la terapia. Le cause però sono molto difficili da individuare autonomamente, per cui sarà necessaria una visita specialistica. 

Quando poi il disturbo è provocato da malattie che non si possono curare, perché degenerative o progressive, non sarà possibile far sparire del tutto il dolore dorsale. Si potrà però alleviare il malessere e tenerlo sotto controllo. 

In genere, la terapia indicata per questo disturbo consiste nel riposo funzionale del soggetto unitamente a trattamenti corporei di shiatsu, riflessologia plantare, terapia cranio sacrale. È possibile inoltre un percorso di riabilitazione.

I rimedi naturali possono, in alcuni casi, essere complementari all’effetto benefico dei trattamenti. 

Le pomate (o gel) più efficaci in questo senso sono quelle a base di: Arnica Montana, Artiglio del Diavolo e Salice Bianco. 

Si consiglia inoltre di provare ad alleviare il dolore facendo dei bagni caldi con l’aggiunta di oli essenziali. Gli oli più consigliati sono quelli di lavanda, zenzero, canfora e abete bianco.

Foto di mohamed HassanPixabay

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Lombalgia: sintomi, cause, rimedi

Lombalgia: sintomi, cause, rimedi

La lombalgia, conosciuta anche come “colpo della strega”, si manifesta con dolori che possono differire a seconda dell’intensità. Essi, risultano estremamente fastidiosi e tendono a limitare i movimenti.  

Si tratta di un disturbo diffusissimo, che non si caratterizza in base all’età o al sesso dell’individuo. Se sono presenti le condizioni, può colpire davvero chiunque. 

Il dolore si avverte nel tratto lombare, ovvero nella zona inferiore della colonna vertebrale. È composto da 5 vertebre, e ha la funzione di sostenere l’intero rachide. 

Vediamo di seguito quali sono i sintomi, le cause e i rimedi per la lombalgia.

Lombalgia: i sintomi più comuni

La lombalgia può essere di due tipi: acuta o cronica. 

Il primo caso è quello meno grave, e si manifesta con dolori articolari e discali. La sensazione è quella di aver subito una lesione nella parte inferiore della schiena, che può creare limitazioni nei movimenti, o anche bloccarli del tutto. Costringendo quindi il soggetto a rimanere curvo verso il basso finché il dolore non si attenua. La zona tende inoltre ad infiammarsi. 

La buona notizia è che, quando si presenta il dolore, significa che il corpo sta reagendo autonomamente per potersi difendere e auto-guarire. Dunque, nel momento in cui l’infiammazione si fa sentire, vuol dire che sta iniziando anche il processo di guarigione. Che dovrebbe concludersi nel giro di 30 giorni. 

Il disturbo diventa di tipo cronico, invece, quando si protrae per un periodo che va dai 3 ai 6 mesi. I sintomi sono sostanzialmente gli stessi, seppure il dolore si manifesti in maniera più intensa ed estesa. 

Le possibili cause

A causare la lombalgia possono essere molti fattori differenti. Gli studi e le ricerche affermano infatti che solo il 20% delle persone che soffrono di questo disturbo presentano una patologia vera e propria alla colonna vertebrale. 

Tutti gli altri invece, generalmente sentono dolore per via di una postura scorretta mantenuta per molto tempo, oppure di un movimento brusco fatto all’improvviso. È inoltre piuttosto comune che ne soffrano le persone affette da obesità, questo  perché il peso eccessivo può provocare lesioni alla colonna. 

Per quanto riguarda invece il disturbo cronico, oltre alle cause appena citate, hanno un’enorme rilevanza i fattori sociali e psichici. Questi vengono definiti infatti “fattori di cronicizzazione”, perché tendono a far perdurare il dolore anche se il rachide ha rigenerato completamente la sua struttura. 

Rientrano tra questi: lo stress, l’ansia, le delusioni emotive, l’insicurezza, la sensazione di inadeguatezza, il disagio sociale, l’insoddisfazione professionale e così via. 

I rimedi naturali

Quando si manifestano i sintomi della lombalgia, è molto importante non rimanere stesi a letto per riposare. Questo non farebbe che peggiorare la situazione. La schiena ha bisogno di muoversi, di distendere gli arti, di rilassarsi. 

Ovviamente il tutto dovrà avvenire molto lentamente, senza il rischio di provocare altri strappi improvvisi. Cercate di esercitare le articolazioni e muovere piano la zona dolorante, mantenendo la colonna vertebrale nella postura corretta. 

I casi più gravi possono ricorrere a delle terapie osteopatiche cranio-sacrali o kinesiterapiche, dove dei professionisti guideranno il paziente durante il percorso di guarigione.  

Per un sollievo immediato, infine  un aiuto può venire da creme 100% di origine naturale che potranno esservi utili per alleviare il dolore. Le più indicate, sia per efficacia che per rapidità, sono quelle a base di Arnica Montana e di Artiglio del Diavolo.

 

Foto di Wolfgang ClaussenPixabay

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Tendinite: sintomi, cause, rimedi

Tendinite: sintomi, cause, rimedi

La tendinite è un’infiammazione che colpisce uno o più dei 267 tendini presenti nel corpo umano. I tendini non sono nervi, ma sono dei tessuti fibrosi che legano i muscoli alle ossa.
Il muscolo, quando si contrae per creare un movimento, genera una forza che trasmette alle ossa attraverso i tendini. È solo grazie a questi tessuti che è possibile muovere le articolazioni, in quanto hanno la funzione di “connettere” le due parti del corpo.
I tendini sono composti da fibre molto resistenti e robuste, intrecciate perfettamente tra loro. Quando però queste vengono sollecitate eccessivamente, è possibile che si sviluppi l’infiammazione.
Di seguito vediamo sintomi, cause e rimedi per la tendinite.

Tendinite: i sintomi più comuni

La tendinite è un’infiammazione molto comune. Può manifestarsi a seguito di una degenerazione dei tessuti che è avvenuta nel corso del tempo, oppure può essere dovuta ad una sollecitazione improvvisa o ad un movimento troppo brusco.

Generalmente l’infiammazione colpisce i tessuti che circondano le diartrosi (articolazioni mobili). Ovvero le spalle, le ginocchia, i gomiti, le caviglie, le mani e i polsi. Perché appunto sono queste le articolazioni che creano i movimenti.

I sintomi più comuni che si avvertono sono la sensibilità e il dolore al movimento. Diventa difficile spostare normalmente l’arto, così come palparlo con la mano. La sensazione che si avverte è quella di avere un dolore pulsante che impedisce di compiere normali movimenti.

Le possibili cause

La tendinite, di solito, è il risultato di micro-sollecitazioni che vengono esercitate continuamente negli stessi punti.

Per esempio, chi svolge esercizio fisico tutti i giorni, compiendo movimenti molto simili, è più soggetto a sviluppare l’infiammazione. È ancora più frequente che il disturbo si sviluppi quando gli atleti sono soliti sforzare una parte del corpo più delle altre. Come il gomito per i tennisti, o le caviglie per i ballerini.

A lungo andare, queste sollecitazioni continue tendono ad alterare e danneggiare la struttura fibrosa dei tendini. Provocando strappi e lesioni. Col tempo la struttura si rigenera autonomamente, ma le nuove cellule non saranno mai più resistenti come le precedenti. E in questo caso è molto probabile che l’infiammazione si ripresenti.

Possibili condizioni che possono contribuire all’insorgere del disturbo sono:

  • • Traumi fisici;
  • • Postura scorretta;
  • • Sovrappeso;
  • • Malformazioni congenite, come alluce valgo o piede piatto;
  • • Malattie sistemiche, come diabete, artrite, gotta o colesterolo alto.

I rimedi naturali

A seconda dei casi, la tendinite può provocare un dolore molto intenso. In genere, l’infiammazione guarisce nel giro di due settimane. Ma se si sviluppa in forma cronica, può durare addirittura 1 mese e mezzo o anche di più.

Quando si avvertono i primi sintomi del disturbo, è fondamentale che il soggetto mantenga l’arto dolorante a riposo il più possibile. È necessario infatti che questo abbia il tempo di rigenerarsi correttamente.

I rimedi naturali più utilizzati in questi casi per alleviare il dolore sono:

  • • Arnica Montana in gel, è la pianta più efficace in assoluto per alleviare i malesseri legati ad ossa e articolazioni. Ha una straordinaria capacità antinfiammatoria e dona sollievo immediato. È inoltre in grado di dare beneficio a livello psichico, calmando l’irritazione e l’ipersensibilità;
  • •Ruta Graveolens, pianta aromatica che si può trovare sotto forma di pomata, tintura madre, gocce, collirio o granuli. Agisce sui tendini con le sue proprietà sedative, spasmodiche e disinfiammanti. Rilassa muscoli e articolazioni, e diminuisce il gonfiore.

 

Foto di Bruno Germany – Pixabay

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Anima e spirito: quali sono le differenze?

Anima e spirito: quali sono le differenze?

Come potete immaginare, l’anima e lo spirito sono concezioni che possono essere intese in maniera molto differente a seconda del pensiero di ognuno. 

I religiosi generalmente vedono questi elementi come dei principi vitali e immateriali, che continuano a vivere dopo che il corpo muore. Gli scienziati invece hanno sempre ribadito come il corpo fisico, con tutto ciò che comprende, sia frutto dell’evoluzione naturale della specie. 

Se però ci basiamo sulla conoscenza che deriva dalla ricerca spirituale, otteniamo una spiegazione molto chiara su quali siano i ruoli di anima e spirito per l’essere umano. 

Approfondiamo di seguito.

Anima e spirito: il significato delle due componenti in rapporto al corpo

La ricerca spirituale vede il corpo, l’anima e lo spirito come i tre componenti fondamentali dell’essere umano. Essa ritiene che il corpo sia uno strumento attraverso il quale attraverso i sensi, sia possibile farsi un idea dell’esistenza sperimentandola. 

In poche parole, il corpo permette all’uomo di toccare, guardare, sentire, gustare, e così via. Gli consente di entrare in contatto con ciò che lo circonda, di conoscere cose nuove che servano a accrescere il suo bagaglio di esperienza.

L’anima e lo spirito sono viste invece come delle entità che vivono all’interno del corpo. La prima è la componente che permette all’uomo di ricavare impressioni personali dalle esperienze. Lo spirito invece ha la funzione di mostrare all’essere umano una visione più completa e globale di tutto ciò che ha attorno. 

Secondo questa linea guida quindi, il corpo è una sorta di veicolo terrestre che contiene le altre due componenti. I tre elementi però sono strettamente collegati tra loro, perché uno vive in funzione degli altri. E nessuno dei tre potrebbe esistere singolarmente. 

Che cosa rappresentano davvero?

Approfondiamo meglio la concezione di anima e spirito aiutandoci anche con qualche esempio. 

Secondo il credo della ricerca spirituale, l’anima è la componente che permette all’uomo di avere una propria visione sulle cose. O meglio, che gli consente di ricavare un’impressione in base all’esperienza fatta tramite il corpo. Che può essere positiva o negativa. 

 

In sostanza, è il corpo che tocca un oggetto. Ma è l’anima che, tramite quel tocco, fa emergere una sensazione. Per esempio, mettiamo il caso che per sbaglio il vostro dito vada a finire su una fiamma accesa e si bruci. 

È il vostro dito ad aver toccato fisicamente la fiamma. Ma è l’anima, invece, che vi permette di provare dolore, é l’essere interiore sensibile che non gradisce questa informazione. E dunque vi consente di ricavare un’impressione individuale su quello che avete sperimentato. L’anima incontra una manifestazione aggressiva collegata al fuoco perché vi siete feriti toccandolo.

Il significato dello spirito è differente. Come abbiamo detto, questa è la componente che mostra all’uomo una visione più ampia della stessa esperienza. Ciò significa che, oltre alla propria idea, nasce anche un’impressione obiettiva su quello che l’oggetto è realmente. 

Continuando l’esempio, possiamo dire che lo spirito permette all’uomo di capire che il fuoco brucia, ma che non è il fuoco in sé ad essere negativo. Infatti lo sbaglio è stato metterci il dito sopra. 

In sostanza, lo spirito consente di vedere quell’esperienza in maniera distaccata e imparziale. In questo caso, non importa se il dito si è bruciato, o se questo abbia provocato una sensazione di dolore. Ciò che interessa allo spirito è il significato intrinseco del fuoco, il suo valore terreno la funzione che esercita e soprattutto interessa il perché, l’utilità di questa manifestazione dolorosa nel proprio palcoscenico tridimensionale collegato allo spazio tempo esistenziale.

Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixbay

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Attacchi d’ansia: come superarli

Attacchi d’ansia: come superarli

Gli attacchi d’ansia sono provocati da una sensazione di paura estrema di fronte ad una sensazione di pericolo, che sia vero o solo presunto. Nel momento in cui l’essere umano prova paura perché è in pericolo, o crede di esserlo, il cervello aziona automaticamente un meccanismo di difesa. Che porta al rilascio di una quantità maggiore di adrenalina rispetto al normale.

Quando il pericolo è reale, l’adrenalina risveglia l’attenzione e porta il corpo a sfruttare il massimo dell’energia muscolare. In questi casi, l’ansia è una risorsa fondamentale che aiuta corpo e cervello a stare in allerta, e a trovare un modo per uscire dal pericolo.

Se però gli attacchi d’ansia si manifestano in maniera ingiustificata, eccessiva e più spesso del normale, ci si trova di fronte ad un disturbo.

A questo punto, è importante trovare il metodo di uscire da questo “circolo vizioso”, che può causare seri problemi alle persone e al loro modo di vivere.

Attacchi d’ansia: quando la paura “invalida” la vita

Capita spesso che, di fronte a una situazione di tragedia o di grave pericolo, una persona faccia automaticamente cose che normalmente non sapeva di poter fare. Si pensi a quando si sente qualcuno dire “Non so dove ho trovato la forza per fare quello che ho fatto”. In realtà, quella forza è scaturita meccanicamente dal cervello, che ha dovuto trovare un modo per difendersi, sopravvivere e salvarsi dal pericolo.

L’ansia è dunque una condizione naturale dell’essere umano, che in molti momenti della vita si trasforma in forza. Il problema nasce però quando non esiste un pericolo reale, ma immaginario. Si pensi alla fobia di affrontare la gente, ai disturbi ossessivo-compulsivi, o ai disturbi post-traumatici.

Queste situazioni risultano invalidanti per la vita di una persona, e anche per la stabilità mentale. Nel momento l’individuo entra nell’ottica di provare paura per una cosa che generalmente non dovrebbe fare paura, il cervello sente comunque il pericolo e attua il suo meccanismo di difesa.

Dunque inizia la sudorazione, la tachicardia, la sensazione di mancanza di respiro, i dolori al petto, la nausea. E queste condizioni possono tradursi secondo la differenziazione di intensità fino in attacchi di panico.

Tali esperienze, soprattutto quando diventano frequenti nella vita di tutti i giorni, è come se rendessero invalida la persona che li subisce. Gli attacchi d’ansia infatti tendono a bloccare l’individuo e gli impediscono di affrontare anche le situazioni più facili e comuni.

In qualche modo, l’ansia eccessiva rende la persona incapace di reagire, e condizionata costantemente dalla paura di non sapere cosa fare per “mettersi in salvo”.

Ansia ingiustificata: come l’osteofluidica può essere d’aiuto

A questo punto, diventa necessario l’intervento di un professionista, che sappia come agire per riportare l’individuo alla realtà. E per ripristinare nel suo cervello la normale condizione di vita e la proporzione naturale della paura.

La disciplina osteofluidica, nei casi di attacchi d’ansia, può costituire realmente un percorso di salvezza. Tale terapia infatti si occupa sostanzialmente di ascoltare il corpo e i fluidi che scorrono al suo interno.

Durante il trattamento, il professionista è in grado di comprendere quali sono le cause che generano questo livello di panico nell’individuo. Sfiorando dei punti precisi nel corpo, egli riesce a liberare l’energia interna che è “soffocata” dalla paura, e aiuta la persona a liberarsi.

I trattamenti dell’osteofluidica però, non consistono solo nell’approccio fisico con il paziente. Il professionista infatti, durante tutto il percorso, comunicherà costantemente con l’individuo e riuscirà a risvegliare la sua coscienza, portandolo nella condizione di auto-guarirsi da quei traumi che ha subito. E che, appunto, condizionano il suo cervello fino a provocargli i frequenti attacchi d’ansia.

Si interagisce quindi con le restrizioni inibitrici dei maggiori flussi energetici, attraverso respirazioni localizzate e normalizzazioni muscolari delle emi-cupole diaframmatiche, per intervenire immediatamente nel ricreare lo spazio sufficiente all’energia per poter ritrovare la sua migliore distribuzione circolare.

Il muscolo diaframmatico è responsabile infatti delle maggiori tensioni in ambito emozionale oltre ad essere sede del plesso solare. Il diaframma “grande dimenticato” come viene chiamato dagli esperti è infatti un muscolo potentissimo in grado se teso di restringere gli orifizi che ospitano il passaggio del nervo vago e dell’aorta, cause prime del senso di pericolo percepito.

Sostanzialmente, la disciplina osteofluidica è in grado di insegnare alla persona come diventare padrona della propria vita. Nel momento in cui impara a scegliere consapevolmente e a conoscere il proprio potenziale, l’individuo smette di “sentirsi vittima” e inizia a vivere davvero in libertà.

Foto di Pete Linforth da Pixabay